sabato, 16 Novembre, 2024
Esteri

Israele ridà l’acqua a Gaza sud. Diplomazie in movimento

Iran. Attentato a 007. Gli Usa muovono una seconda portaerei per scoraggiare Teheran

La diplomazia mondiale è al lavoro con frenesia per cercare di contenere i danni della guerra scatenata da Hamas. Il segretario di stato Usa, Blinken, ieri era in Egitto, oggi tornerà in Israele. Ha dichiarato in un’intervista che i “palestinesi di Gaza meritano dignità e sicurezza.” Intanto la seconda portaerei americana, la Eisenhower, è partita per unirsi alla Gerald Ford. L’azione degli Stati Uniti, riferisce l’amministrazione americana, “è parte del nostro sforzo per scoraggiare azioni ostili contro Israele o qualsiasi tentativo di ampliare questa guerra.” C’è il rischio del coinvolgimento dell’Iran e di una escalation inarrestabile. Ieri è intervenuto anche il ministro degli esteri cinese, Wang Yi che, in una telefonata col suo omologo iraniano si è speso sulla questione palestinese al fine di parlare “con una sola voce” per il sostegno “alla giusta causa palestinese.”

Israele: bugie di Hamas

Mentre il primo ministro Netanyahu tiene il punto: “Hamas pensava che saremmo crollati, saremo noi a spezzarlo” e intanto l’esercito israeliano ha confermato che solo dopo che i civili avranno lasciato Gaza si procederà con “operazioni militari significative” e ha anche smentito la notizia delle bombe sul convoglio palestinese nel “corridoio sicuro”, con vittime donne e bimbi: “Bugie di Hamas”. Ieri Israele ha concesso ancora corridoi umanitari: l’esercito ha acconsentito di non attaccare nelle vicinanze di Salah a-Din Street dalle 10:00 alle 13:00 e sono state riaperte le condutture dell’acqua nel Sud di Gaza dopo un blocco durato quasi una settimana.

Civili esortati a spostarsi

Israele continua a esortare gli abitanti della Striscia di Gaza a spostarsi al sud. L’obiettivo immediato è la caccia dei terroristi di Hamas, alle loro armi e distruggere le infrastrutture: bunker, tunnel e mezzi di comunicazione. Le forze di difesa israeliane (Idf) affermano che le truppe hanno sinora arrestato 330 palestinesi ricercati in tutta la Cisgiordania, tra cui 190 affiliati ad Hamas. Le Nazioni Unite e i gruppi umanitari stanno soccorrendo le persone costrette all’esodo. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha affermato che l’evacuazione “potrebbe equivalere a una condanna a morte” per gli oltre 2.000 pazienti ricoverati negli ospedali del nord. Circa 500.000 persone, quasi un quarto della popolazione di Gaza, si sono rifugiati nelle scuole delle Nazioni Unite. Negli ospedali continuano ad arrivare persone ferite e l’ammassamento potrebbe causare epidemie.

Governo di unità nazionale

Ieri si è tenuta la prima riunione settimanale del gabinetto di governo alla quale per la prima volta hanno partecipato cinque membri del partito d’opposizione Unità nazionale, entrato nell’esecutivo dopo l’avvio della guerra. Il premier Netanyahu ha anche incontrato per la prima volta i rappresentanti delle famiglie degli ostaggi e dei dispersi. Israele annette “una priorità suprema” alla questione degli israeliani prigionieri e ostaggi di Hamas a Gaza. Lo ha assicurato il portavoce militare Daniel Hagari rivolgendosi direttamente alle loro famiglie. “Facciamo uno sforzo con priorità suprema – ha detto – per raccogliere informazioni che ci aiutino a localizzare i vostri cari. Non faremo alcun compromesso pur di raccogliere informazioni attendibili, malgrado le menzogne che Hamas diffonde.” Finora 126 famiglie sono state informate ufficialmente che i loro congiunti sono a Gaza. Nel frattempo è stata diffusa una registrazione di una chiamata tra un ufficiale dell’intelligence militare israeliana e un residente di Gaza che raccontava di non potersi muovere perché non aveva più i documenti di identità e le chiavi dell’auto perché sequestrati da Hamas. Inoltre ieri circa 1.500 ebrei ortodossi (haredim) di età superiore all’età di esenzione dalla coscrizione militare (26 anni) hanno chiesto di unirsi al servizio di riserva dell’esercito dall’inizio del conflitto. Le domande dovranno essere valutate dalle autorità perché per gli ebrei ortodossi in Israele c’è l’esenzione dalla leva.

Terroristi neutralizzati

Tra i terroristi è stato “neutralizzato” il comandante del commando meridionale di Hamas, Billal Al Kedra, ritenuto responsabile del massacro del Kibbutz Nirim. Anche altri agenti terroristici di Hamas e della Jihad islamica sono stati neutralizzati. Mentre in Iran un alto funzionario dell’intelligence delle Guardie della rivoluzione, Mohammad Akiki, ha subito un agguato ed è in condizioni critiche. Il tentativo di assassinio è avvenuto a Teheran. Secondo gli esperti e gli analisti l’agguato è legato alla situazione esplosiva del Medio Oriente. Ieri sera, infine, le Forze di difesa di Tel Aviv, soprattutto elicotteri, hanno attaccato postazioni terroristiche al confine libanese da dove erano stati lanciati dei missili contro Israele.

L’Europa con Israele, ma segua il diritto

Papa Francesco si è nuovamente espresso sulla guerra: “continuo a seguire con tanto dolore quanto accade in Israele e in Palestina e penso ai tanti, in particolare ai piccoli e agli anziani.” Il Papa, in una telefonata al giornalista e amico israeliano Enrique Cymerman, ha detto che potrebbero esserci anche dei suoi “amici” argentini tra le vittime dell’assalto di Hamas della settimana scorsa. Intanto i 27 Paesi dell’Unione europea hanno sottoscritto un documento di solidarietà a Israele, ma hanno anche chiesto che “segua il diritto internazionale”.

Da Israele tornati gli italiani

Infine l’Italia ha evacuato da Israele tutti coloro che hanno chiesto tornare: lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani che oggi incontrerà il re di Giordania a Roma. Riguardo la decisione di proibire cortei il ministro ha sottolineato “che vietare le manifestazioni in un paese democratico, se non c’è un allarme, non sono violente, non rappresentano un problema per la sicurezza e sono pacifiche, non sia una cosa giusta”. Al corteo di Milano di venerdì in favore della Palestina ha partecipato, reggendo uno striscione, l’ex terrorista Francesco Giordano componente della brigata 28 marzo responsabile dell’omicidio del giornalista Walter Tobagi il 28 maggio dell’80.

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