Ieri, al Ministero del Made in Italy il ministro Adolfo Urso, la sottosegretaria Fausta Bergamotto, rappresentanti di Invitalia, la Regione Emilia-Romagna con l’assessore Vincenzo Colla, la Città Metropolitana di Bologna, organizzazioni sindacali nazionali e regionali emiliano-romagnole e vertici della proprietà, hanno deciso di sospendere a tempo indeterminato la procedura di cessazione e licenziamento dei 229 lavoratori della Marelli. Si sospende fino a quando non si trova una soluzione per il sito di Crevalcore.
La crisi della Marelli
La crisi arriva a cinque anni dal passaggio da Stellantis alla giapponese Calsonic Kansei, controllata dal fondo americano Kkr, avvenuto nel 2018. Il sito è oggi impegnato nella produzione di collettori di aspirazione aria e di pressofusi di alluminio, entrambi componenti essenziali per motori. Crevalcore non chiude e la Marelli ha comunicato anche di aver dato mandato ad un advisor per cercare un nuovo investitore per la “reindustrializzazione.” “L’azienda ha condiviso la proposta del ministro Urso al fine di lavorare a un tavolo congiunto con il governo, la regione Emilia-Romagna e le parti sociali, per l’identificazione di una soluzione che preservi la continuità industriale ed occupazionale del sito di Crevalcore”, si legge nella nota della Marelli. L’azienda aveva parlato di “difficoltà oggettive legate alla transizione, alla mancanza di commesse e alla scelta di Stellantis di lavorare su piattaforme ex Peugeot e non ex Fiat”.
Orgoglio del Made in Italy
“L’incontro di oggi delinea un futuro per lo stabilimento Marelli di Crevalcore e per i suoi 229 dipendenti. La nostra priorità è sempre stata quella di sostenere e rilanciare la produzione nel settore e nella filiera dell’automotive, e siamo convinti che ciò passerà dall’accompagnamento verso una piena reindustrializzazione di questa storica realtà produttiva, orgoglio del Made in Italy”, ha spiegato il ministro Urso, al termine del tavolo che è nuovamente convocato per l’8 novembre. Il Ministro ha anche chiesto all’azienda di conoscere il piano industriale di tutti i siti produttivi in Italia. “L’azione dispiegata dal ministro Urso nella risoluzione della questione inerente la Magneti Marelli dimostra la concretezza del governo Meloni e la volontà di dare risposte effettive ai lavoratori dello stabilimento di Crevalcore”, ha sottolineato il viceministro delle Infrastrutture e dei trasporti Galeazzo Bignami. “Lavoreremo – ha aggiunto – per trovare una soluzione definitiva a una vicenda che questo governo intende risolvere garantendo la tutela dei lavoratori e la filiera industriale italiana. Manteniamo gli impegni assunti con le lavoratrici e i lavoratori e confidiamo che tutte le istituzioni supportino l’azione del Governo in tale direzione”.
Regione e Sindacati
Stefano Bonaccini, Presidente della Regione Emilia-Romagna ha commentato dicendo che “oggi si apre un nuovo cantiere, con la serietà di tutti i soggetti in campo, per trovare una soluzione per i 229 lavoratori coinvolti e il futuro dello stabilimento Magneti Marelli di Crevalcore, sapendo che occupazione e sito produttivo vanno salvaguardati”. Anche i Sindacati che hanno condiviso la decisione di sospensione, sono cautamente soddisfatti: la Fiom ha parlato di “un primo importante risultato”, pur annunciando che “la mobilitazione prosegue. Decideremo insieme ai lavoratori le iniziative da mettere in campo fino a quando sarà scongiurata la chiusura del sito e non verrà garantita l’occupazione.” Oggi, infatti, a Crevalcore sono in programma assemblee unitarie per decidere le iniziative da intraprendere fino all’8 novembre. “Per noi la vertenza resta aperta”, ha detto la Fim-Cisl anche perché si teme che l’azienda possa chiedere la cassa integrazione.