Una delle priorità dell’azione preventiva per i minorenni che lavorano è la corretta informazione degli utilizzatori da parte del datore di lavoro su alcune norme di buona pratica per prevenire ed evitare eventuali disturbi alla vista provocati dal prolungato utilizzo del videoterminale.
Ecco perché Unicef Italia ha aderito all’offerta da parte della Società Oftalmologica Italiana di una consulenza permanente in Ergoftalmologia al proprio Osservatorio per la prevenzione dei danni da lavoro minorile, sui fattori che l’inflenzano l’affaticamento visivo dei lavoratori minorenni che nel nostro Paese sono oltre 70.000 impegnati in attività regolarmente contrattualizzate.
“Siamo pronti ad elaborare delle schede informativa a beneficio di tutti gli operatori minorenni, ha precisato Matteo Piovella, Presidente SOI, che utilizzano abitualmente il videoterminale che possono essere efficacemente utilizzate dalle Aziende e nelle Comunità scolaresche, anche come supporto alla elaborazione del Documento per la Valutazione dei Rischi previsto dalla specifica normativa in materia di tutela della salute e sicurezza sul lavoro, circa i rischi di disabilità ed infortuni alla vista ai quali sono esposti e per addestrarli opportunamente sulle strategie da adottare per prevenire tali rischi.”
A causa della maggiore diffusione dei videoterminali negli ambienti lavorativi e dei ritmi di lavoro sempre più stressanti, negli ultimi anni sono più frequenti i disturbi correlati all’utilizzo dei videoterminali che consistono sostanzialmente in disturbi alla vista e agli occhi, problemi legati alla postura, affaticamento fisico e mentale. Ricerche ed indagini epidemiologiche condotte sui possibili effetti prodotti sulla salute degli addetti ai videoterminali non hanno confermato rischi da radiazioni ionizzanti e non ionizzanti, né un aumento delle malattie relative al sangue, all’apparato visivo, all’apparato riproduttivo.
È stato altresì evidenziato che i principali problemi correlati all’uso dei videoterminali possono riguardare, esclusivamente, la fatica visiva connessa all’impegno degli occhi (astenopia), alle caratteristiche dello schermo, alle condizioni di illuminazione e di microclima dell’ambiente; i disturbi muscolo-scheletrici condizionati da posture non corrette, arredi e tempi di lavoro; e lo stress (affaticamento mentale) influenzato dai contenuti della mansione, dal software e dal rumore.
Ecco i primi risultati, ancora non definitivi cui sono giunti gli esperti dell’Osservatorio Unicef in collaborazione con il Laboratorio di Sanità Pubblica per l’analisi dei bisogni di salute delle Comunità dell’Università degli Studi di Salerno relativamente all’Organizzazione del lavoro • Ai fini della prevenzione è necessario organizzare correttamente il lavoro, rispettando le pause ed evitando di mantenere una posizione inalterata per tempi prolungati. • Il lavoro continuativo al videoterminale deve essere interrotto da pause per rilassarsi oppure alternato a differenti attività lavorative, in maniera tale da non produrre affaticamento visivo o tensione muscolare. • La frequenza dei riposi deve aumentare mano a mano che aumenta l’impegno visivo, mentale e muscolare.
Solo dopo il confronto con gli oftalmologi della SOI ci sarà la possibilità di presentare le schede definitive che saranno rese disponibili a che ne facesse richiesta.