sabato, 16 Novembre, 2024
Politica

I migliori alleati di Schlein? I litigi tra Renzi e Calenda

La segretaria del Pd può dormire sonni tranquilli. Fino a quando Renzi e Calenda non ridaranno credibilità al Terzo polo, Schlein  potrà  modellare a sua immagine il Pd sapendo che i mal di pancia di chi non è d’accordo con lei- e sono tanti- non avranno sbocchi.

Il Terzo Polo, così come si era delineato a settembre, sembrava essere la casa comune ideale per riformisti e moderati provenienti da diverse esperienze. Una casa nella quale difficilmente sarebbero entrati altri esponenti del Pd se Bonaccini fosse stato eletto segretario.

Quando i gazebo hanno capovolto i risultati degli iscritti e scelto Schlein a tanti nel Terzo Polo cominciarono a brillare gli occhi di gioia: erano sicuri che da lì a poco sarebbe iniziata una inesorabile diaspora dal Pd.

Ma sul più bello, proprio quando Schlein dava chiari segnali  che avrebbe fatto di testa sua e spostato bruscamente la barra del partito a sinistra, i due geni della politica, Renzi e Calenda invece di serrare le fila si sono messi a litigare in modo scomposto, seminando zizzania, delegittimandosi a vicenda e togliendo forza di attrazione al Terzo Polo.

Alcuni dirigenti del Pd avranno brindato in silenzio, altri hanno cominciato a usare un linguaggio sprezzante verso il progetto politico di Renzi e Calenda, definendolo “Mezzo Polo”.

Schlein si è sentita blindata più che mai e durante la riunione della  direzione del partito ha mandato un messaggio chiaro agli oppositori: venite  pure allo scoperto ma tanto la mia linea non cambia, chi ci sta ci sta. E chi non ci sta?  Non ha dove andare vista la fragilità del Terzo Polo. Chi sarebbe così ingenuo da abbandonare il Pd che comunque è in lieve recupero e si attesta intorno al 20% per andare in due formazioni che se si presentano da sole alle prossime europee rischiano di non eleggere nessuno?

Tra l’altro, non si vedono pompieri capaci di spegnere i fuochi tra Renzi e Calenda e si profilano anche possibili divergenze non solo di leadership ma anche di linea.

Renzi si sente più attrezzato di Calenda per poter intercettare qualche possibile sbandamento tra le fila di Forza Italia. Calenda è sicuro che se qualcuno fosse stufo di Schlein dal Pd uscirebbe per andare in Azione e non da un Renzi troppo aperto verso il centrodestra.

Insomma litigi e poca chiarezza di strategia sono un regalo non richiesto che Renzi e Calenda stano facendo a Schlein, con grande dispiacere di chi nel Pd non è d’accordo con la segretaria e deve rassegnarsi a stare dentro la bersaniana “ditta”. E con grande delusione per chi pensava che fosse la volta buona per dotare l’Italia di un polo di attrazione per moderati, riformisti e delusi da una politica parolaia e massimalista.

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