Quote definire per Regione Un provvedimento che fissa a 44 mila unità (contro le 42.000 dello scorso anno) le quote per lavoro stagionale attese principalmente nelle campagne, oltre che nel settore turistico alberghiero. “Anche se non esiste una suddivisione a livello territoriale, le regioni dove si concentrano le richieste di ingresso”, secondo la Coldiretti, “sono quelle che richiedono un grande impegno di manodopera come il Trentino soprattutto per la raccolta delle mele o il Veneto per la raccolta degli ortaggi e delle fragole che è ormai alle porte anche per effetto del caldo inverno ma anche il Friuli Venezia Giulia per la preparazione delle piantine di vite per i nuovi impianti, le cosiddette barbatelle, il Lazio per gli ortaggi e la Campania per la coltivazione del tabacco ed il settore della pomodoro destinato alla trasformazione industriale”.
Manodopera di primavera “Nelle campagne con l’arrivo della primavera c’è bisogno di almeno centomila per colmare la mancanza di manodopera che ha duramente colpito le campagne lo scorso anno con la perdita rilevante dei raccolti agricoli nazionali”, puntualizza il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che si tratta “di una necessità da affrontare con un decreto flussi aggiuntivo, previsto peraltro dalla legge, ma è importante anche il nuovo sistema di prestazioni occasionali introdotto nella Manovra dal Governo e sostenuto da Coldiretti che porta una rilevante semplificazione burocratica per facilitare l’avvicinamento dei cittadini italiani al settore agricolo”.
Le tutele garantite “Potranno accedervi”, spiega Coldiretti, “pensionati, studenti, disoccupati, percettori di Naspi, reddito di cittadinanza, ammortizzatori sociali e detenuti ammessi al lavoro all’esterno. Al lavoratore saranno inoltre garantite le stesse tutele (contrattuali, previdenziali, assistenziali, ecc.) previste per gli occupati a tempo determinato”. “In Italia”, prosegue la Confederazione, “un prodotto agricolo su quattro viene raccolto da mani straniere con 358mila lavoratori provenienti da ben 164 Paesi diversi che sono impegnati nei campi e nelle stalle fornendo più del 30 per cento del totale delle giornate di lavoro necessarie al settore, secondo il Dossier Idos”.
I Paesi di provenienza I lavoratori stranieri occupati in agricoltura sono per la maggior parte provenienti da Romania, Marocco, India e Albania, ma ci sono rappresentanti di un po’ tutte le nazionalità. “Si tratta soprattutto di lavoratori dipendenti a tempo determinato che arrivano dall’estero e che ogni anno attraversano il confine per un lavoro stagionale per poi tornare nel proprio Paese spesso stabilendo delle durature relazioni professionali oltre che di amicizia con gli imprenditori agricoli. Ma cresce anche la presenza di stranieri”, conclude la Coldiretti, “alla guida delle imprese agricole con quasi 17mila titolari di nazionalità diversa da quella italiana”.
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