Dal Report sulle donne vittime di violenza curato dalla Direzione centrale della polizia criminale riguardo i reati introdotti dal cosiddetto “Codice rosso”, emerge che nel 75% dei casi trattati le donne sono state le più colpite sia dai maltrattamenti contro i familiari (tra l’81 e l’83%) che dalle violenze sessuali (tra il 91 e il 93%).
Dall’entrata in vigore delle nuove norme a oggi il numero dei reati commessi è andato progressivamente aumentando, mentre nel 2022 si registra un calo del reato di deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso, del reato di costrizione al matrimonio, e del reato di diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti.
Nel quadriennio, anche l’azione di contrasto ai reati spia ha fatto registrare un tendenziale incremento dei presunti autori noti, del 10% per gli atti persecutori e del 12% per i maltrattamenti contro familiari e conviventi e per le violenze sessuali. Per quel che riguarda le vittime di questo tipo di delitti, l’incidenza di quelle di genere femminile ha registrato valori che si attestano tra il 65 e il 96%, tranne che per la deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso i cui valori oscillano dal 23% del 2021 al 26% dell’anno successivo.
Migliora l’azione di contrasto per tutte le fattispecie sino al 2021, con un leggero decremento, nel 2022, sia per la costrizione o induzione al matrimonio (-14%) che per la diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti. Esaminando gli atti persecutori (c.d. “stalking”), si rileva un trend crescente del numero di reati commessi sino al 2021 e un successivo decremento nell’ultimo anno in esame.
L’azione di contrasto, dopo aver evidenziato una progressiva decrescita fino al valore più basso nel 2021 (59% di reati scoperti), nel 2022 fa rilevare una significativa inversione di tendenza, attestandosi al 67%. In particolare, nel 2022, l’incidenza dei reati commessi risulta più elevata in Campania, Sicilia e Puglia. Le regioni in cui, invece, si registra un’incidenza minore sono il Veneto, il Trentino-Alto Adige e le Marche.