Vertenza sull’assetto societario del Gruppo Tim/rete unica, i sindacati scrivo al presidente del Consiglio. “Stiamo continuando a seguire, con grande attenzione ed estrema preoccupazione, il susseguirsi di notizie, diffuse dai media, sul futuro del Gruppo Tim, non ultima l’offerta del fondo americano Kkr inviata a Tim per la Rete”, scrivono i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Maurizio Landini, Luigi Sbarra, Pier Paolo Bombardieri e con loro i leader della Slc Cgil, della Fistel Cisl e della UIlcom, Fabrizio Solari, Alessandro Faraoni e Salvatore Ugliarolo,
“In data 28 novembre siamo stati ricevuti, dopo nostra formale richiesta, presso Palazzo Chigi per aprire un confronto e spiegare la visione del sindacato confederale su questa importante e strategica realtà industriale del nostro Paese illustrando altresì le motivazioni che ci portano ad essere nettamente contrari ad eventuali operazioni di spezzatino”.
Il Governo intervenga
Per i sindacati è necessario che il Governo intervenga in modo rapido. “Le scelte che potrebbero essere assunte rischiano infatti di mettere a rischio i livelli occupazionali sia diretti che indiretti”, osserva con preoccupazione il sindacato, “oltre ad avere pesanti conseguenze sull’intero settore delle telecomunicazioni. L’offerta non vincolante arrivata da Kkr per la Rete è un ulteriore elemento che complica la già articolata situazione, ribadendo che non condividiamo il superamento dell’operatore “verticalmente integrato”, questa operazione”, rivelano i vertici di Cgil, Cisl e Uil, “è anche in contraddizione con le dichiarazioni politiche che abbiamo attentamente registrato nei giorni scorsi, da varie parti del suo Governo, nelle quali si ribadisce la necessità di avere un controllo dello Stato per questo strategico ed importantissimo asset del Paese e la massima attenzione per il mantenimento degli attuali livelli occupazionali”.
Tim patrimonio del Paese
Rivolgendosi al premier Giorgia Meloni, i sindacati ricordano che la Tim è un patrimonio dell’Italia.
“La Tim e le società da lei controllate sono un patrimonio industriale indispensabile per il Paese, dove ancora resiste l’ultima presenza italiana e dello Stato tramite Cdp nel settore delle Tlc”, prosegue la lettera dei sindacati, “La Rete è essenziale per dare seguito alla digitalizzazione, uno dei punti primari che si pone il Piano nazionale di ripresa, alle comunicazioni dei circa 60 milioni di cittadini italiani, per le istituzioni centrali e locali ed al sistema di imprese italiano”.
Incontro urgente sulle decisioni I sindacati al termine delle loro valutazioni chiedono al premier di promuovere un incontro urgente. “Alla luce di tutto questo, pensiamo sia necessario potere avere ragguagli da parte del Governo rispetto ad eventuali avanzamenti, anche rispetto ai “tavoli tecnici” che si susseguono dal mese di dicembre presso il Ministero delle Imprese”, sollecitano infine Maurizio Landini, Luigi Sbarra, Pier Paolo Bombardieri e i leader della Slc Cgil, della Fistel Cisl e della UIlcom, Fabrizio Solari, Alessandro Faraoni e Salvatore Ugliarolo, “Per queste ragioni Le chiediamo di volere promuovere un urgente incontro al fine acquisire degli aggiornamenti tangibili su questa delicata ed articolata situazione che, ci preme ribadire, riguarda il futuro occupazionale di oltre 80 mila occupati, decine di migliaia di lavoratori che lavorano per il gruppo Tim ed il suo vasto indotto, e la stabilità degli assetti occupazionali ed industriali del settore delle telecomunicazioni, fondamentale per l’economia e lo sviluppo dell’Italia”.