giovedì, 25 Aprile, 2024
Sanità

Il Sistema Sanitario Nazionale è sottofinanziato

Secondo quanto emerge dal diciottesimo Rapporto sulla Sanità del C.R.E.A. al finanziamento della sanità pubblica italiana mancano almeno 50 miliardi di euro per avere un’incidenza media sul PIL pari agli altri paesi Ue e la spesa sanitaria del nostro Paese registra, nel 2021, un taglio del 38% circa (-12% di spesa privata e -44% circa di spesa pubblica).

“La spesa sanitaria dal 2000 al 2021 è cresciuta del 2,8%, il 50% in meno rispetto agli altri Paesi Ue di riferimento. Anche durante il COVID è cresciuta meno e per recuperare il passo degli altri Paesi servirebbe, quindi, una crescita annua del finanziamento di 10 miliardi di euro per 5 anni, più quanto necessario per garantire la stessa crescita degli altri Paesi europei presi a riferimento, ovvero altri 5 miliardi di euro”, spiega il Rapporto. Per trovare le  risorse necessarie per evitare continui tagli di risorse è necessario investire sulla crescita del settore per mantenere un servizio sanitario nazionale universalistico e non essere costretti a un universalismo selettivo.

Nei documenti di finanza pubblica sono previsti meno di due miliardi di euro per anno, circa un settimo del necessario per il riallineamento del settore con gli altri Paesi Ue e l’unica possibilità di andare oltre il finanziamento previsto è che si registri una crescita economica nazionale sostenuta e maggiore di quella media degli altri Paesi di confronto.

Se questo non avverrà, l’attuale assetto delle “garanzie” del SSN non è di fatto più sostenibile e bisognerà ridefinirlo. In altri termini  se non si determinerà una crescita adeguata o non si creeranno condizioni che fermino la perdita di risorse umane e aprano la strada all’accesso alle innovazioni, si dovrà passare a una logica di universalismo selettivo, che privilegi l’accesso dei più fragili (ma con un impatto non indifferente sull’equità del sistema sanitario).

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