sabato, 20 Aprile, 2024
Esteri

Ucraina. Lo sterminio per fame di Stalin e la strategia di Putin del “freddo e buio”

Papa Francesco, nell’Udienza Generale della scorsa settimana, ha condannato senza mezzi termini il martirio del popolo ucraino, arrivando a parlare nello stesso contesto di ciò che accadde, sempre in Ucraina, negli Anni ’30 ad opera di Stalin. Ecco cosa ha detto il Pontefice: “Preghiamo per la pace nel mondo e per la fine di tutti i conflitti, con un pensiero particolare per le terribili sofferenze del caro e martoriato popolo ucraino. In proposito, sabato prossimo ricorre l’anniversario del terribile genocidio del Holodomor, lo sterminio per la fame nel 1932-33 causato artificiosamente da Stalin in Ucraina. Preghiamo per le vittime di questo genocidio e preghiamo per tanti ucraini, bambini, donne e anziani, bimbi, che oggi soffrono il martirio dell’aggressione”.

Sabato scorso si è commemorato il genocidio per fame di oltre 6 milioni di persone, perpetrato dal regime sovietico. Gli ucraini subirono una terribile punizione, perché accusati di contestare il sistema della proprietà collettiva. Tutte le risorse agricole furono requisite e la popolazione affamata. Un quarto della popolazione rurale, uomini, donne e bambini, fu così sterminata per fame. I cadaveri giacevano per strada senza che i parenti, anch’essi ormai in fin di vita, avessero la forza di seppellirli. La carestia determinò, insieme all’annientamento dei contadini, lo sterminio delle élite culturali, religiose e intellettuali ucraine, tutte categorie considerate “nemiche del socialismo”.

Secondo i dati dei ricercatori, le regioni più colpite dalla carestia furono: l’attuale regione di Poltava, la regione di Sumy, la regione di Kharkiv, la regione di Cherkasy, la regione di Kyiv, la regione di Zhytomyr, con il 52,8% delle vittime. In realtà Holodomor si estese a tutto il Centro, Sud, Est e Nord dell’Ucraina.

Secondo gli storici è indubbio che l’Holodomor sia stato un atto di genocidio, risultato delle decisioni politiche del regime totalitario di Stalin per schiacciare il popolo ucraino. Alcuni documenti tratti dagli archivi dell’ex KGB testimoniano che, nel caso dell’Ucraina e delle regioni limitrofe, la fame è stata provocata premeditatamente.

Il 6 maggio 1933 Stalin rispondeva con queste parole alla richiesta dello scrittore Mihail Solohov di inviare soccorsi alimentari alla popolazione stremata: “Gli stimati agricoltori del suo distretto, e non solo del suo, hanno fatto scioperi e sabotaggi, ed erano pronti a lasciare senza pane gli operai e l’Armata Rossa. Il fatto che si trattasse di un sabotaggio silenzioso e in apparenza pacifico è un fatto che non cambia per nulla la sostanza della faccenda, ossia che quegli stimati agricoltori hanno cercato di scalzare il potere sovietico. Facendogli guerra a oltranza, caro compagno Solohov!”

Torniamo ai nostri giorni, Putin colpendo deliberatamente le centrali elettriche dell’Ucraina vuole piegare la volontà del popolo ucraino, privandolo della corrente, del riscaldamento e della possibilità di sopravvivere. Proprio come Stalin, Putin vuole punire il popolo ucraino colpevole di non volersi piegare al “neosovietismo” di Mosca.

Le autorità ucraine lavorano 24 ore su 24, 7 giorni su 7 per ripristinare l’energia elettrica in tutto il paese, facendo alcuni progressi per riparare la rete elettrica dopo gli attacchi missilistici russi, ma ancora non sono in grado di aiutare immediatamente milioni di ucraini che restano nell’oscurità.

Oltre agli aiuti europei, l’ufficio umanitario delle Nazioni Unite ha affermato che stanno inviando centinaia di generatori in Ucraina per aiutare Kiev nei suoi sforzi per mantenere le persone al caldo e mantenere i servizi essenziali, come l’assistenza sanitaria. L’Organizzazione mondiale della sanità ha dichiarato che sta inviando generatori agli ospedali in Ucraina.

L’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Volker Türk, ha dichiarato venerdì di essere rimasto scioccato dalla profondità delle sofferenze civili causate dai bombardamenti, aggiungendo: “Milioni di persone vengono gettate in condizioni di estrema difficoltà e condizioni di vita spaventose a causa di questi attacchi”.

Il ministro degli Esteri britannico James Cleverly in un tweet sugli aiuti militari ha detto: “con l’arrivo dell’inverno, la Russia continua a cercare di infrangere la determinazione ucraina attraverso i suoi brutali attacchi a civili, ospedali e infrastrutture energetiche”, aggiungendo: “Le parole non bastano. Le parole non manterranno le luci accese questo inverno. Le parole non difenderanno dai missili russi”. Proprio così, le parole non bastano. Occorre fermare la Russia immediatamente, se la comunità internazionale non vuole assistere immobile ad un nuovo genocidio come quello perpetrato da Stalin negli Anni ’30.

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