Via libera dal Consiglio dei ministri al rinnovo del Contratto collettivo nazionale di lavoro (CCNL) Istruzione e ricerca del triennio 2019-2021, che interessa 1.232.248 dipendenti, di cui 1.154.993 appartenenti al settore scuola e Afam (tra cui 850 mila docenti) e 77.255 dei settori Università (con esclusione dei docenti) ed enti di ricerca.
“Ci eravamo impegnati per un iter celere, in maniera da fare arrivare gli aumenti in busta paga entro Natale, e stiamo rispettando i tempi. Istruzione e ricerca sono due settori fondamentali per la crescita del nostro Paese. In questo momento difficile, dobbiamo mettere i lavoratori nelle condizioni di dare il meglio, anche attraverso una retribuzione che tenga conto del loro ruolo”, ha dichiarato il ministro per la Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo. Il via libera del Consiglio dei ministri giunge dopo il parere positivo del ministero dell’Economia e delle Finanze. L’ipotesi di accordo era stata sottoscritta l’11 novembre presso la sede dell’Aran.
Il nuovo contratto prevede un incremento del trattamento tabellare e delle indennità. L’incremento medio lordo mensile, per 13 mensilità e per tutto il comparto, sarà di 98 euro. Per i docenti gli incrementi lordi saranno di 101 euro mensili, pari al 4,2%. Nel mese di dicembre sarà peraltro corrisposta un una tantum, a titolo di arretrato per il periodo 2019-2021, per i docenti pari a 2540 euro medi lordi. Gli aspetti non affrontati nel nuovo contratto, ovvero il trattamento giuridico e altre questioni connesse al trattamento economico accessorio del personale, verranno trattate in una successiva sequenza negoziale.