sabato, 16 Novembre, 2024
Attualità

Asili nido: Istat, posti disponibili solo per 24,7% bambini

Nell’anno scolastico 2017/2018 erano attivi sul territorio nazionale 13.145 servizi educativi per la prima infanzia. I posti disponibili – di cui il 51% pubblici – coprono il 24,7% dei potenziali utenti, bambini con meno di 3 anni. Lo rende noto l’Istat.

La dotazione, pur in lieve aumento, è ancora sotto il parametro del 33% fissato nel 2002 dall’Ue per il 2010. L’eterogeneità sul territorio è molto ampia: in Valle D’Aosta hanno un posto disponibile nei servizi educativi 47 bambini su 100, in Campania meno di 9.

L’offerta di posti si compone per l’80% di asili nido tradizionali, per il 2% di nidi aziendali e per il 10% di “sezioni primavera” dedicate ai bambini di 24-36 mesi. Il rimanente 8% è nei servizi integrativi.

L’obiettivo del 33% è stato superato già da alcuni anni in Valle d’Aosta, nella Provincia Autonoma di Trento, in Emilia Romagna, Toscana e Umbria. Al Nord-est e al Centro la ricettività è molto prossima al target europeo mentre nelle restanti regioni del Centro-nord i valori sono inferiori ma non lontani dal 30%.

Nel Mezzogiorno si è ancora lontani dall’obiettivo, nonostante alcuni segnali di miglioramento, con la sola eccezione della Sardegna che ha una dotazione di servizi comparabile alle regioni del Centro-nord (27,9%). In Abruzzo e in Molise i posti privati e pubblici nei servizi socio-educativi superano, ma di poco, il 21%;
la Puglia ha superato il 15%, la Basilicata si attesta al 14,3% e le altre regioni presentano valori inferiori al 10%, con il minimo di 8,6% in Campania.

In buona parte delle regioni è decisivo l’apporto delle strutture private per raggiungere valori di copertura prossimi all’obiettivo europeo, mentre solo in pochi casi il contributo più consistente proviene dai nidi e servizi integrativi pubblici.

L’offerta educativa per la prima infanzia si compone per circa l’80% di nidi d’infanzia (gli asili nido tradizionali), a cui si aggiunge il 2% di posti nei nidi aziendali e il 10% nelle “sezioni primavera”, organizzate solitamente all’interno delle scuole d’infanzia, cui possono accedere i bambini dai 24 ai 36 mesi.

Vi sono poi servizi cosiddetti “integrativi” (8%), strutturati in forme flessibili per orari e per organizzazione, pur nel rispetto degli standard di qualità regionali. Questi servizi, che hanno livelli di diffusione molto differenziati a livello locale, comprendono gli spazi gioco (dove i bambini vengono accolti per una parte più breve della giornata, senza la somministrazione del pasto o il riposo, 5% della ricettività complessiva), i centri bambini-genitori (che accolgono i bambini in presenza di un loro accompagnatore, 2%), i servizi educativi in contesto domiciliare (realizzati presso un’abitazione con personale educativo, 1%).

L’offerta di servizi disponibili varia a livello regionale; ad esempio le sezioni primavera sono particolarmente diffuse in Molise e in altre regioni del Mezzogiorno mentre il Trentino – Alto Adige si distingue per un’elevata concentrazione di nidi in contesto domiciliare. (Italpress)

Condividi questo articolo:
Sponsor

Articoli correlati

Al via gli Esami di Stato 2022

Romeo De Angelis

Dati Istat. Consumatori sfiduciati. Industria fatturato +3,6%

Cristina Calzecchi Onesti

Istat: a settembre export e import in calo

Paolo Fruncillo

Lascia un commento

Questo modulo raccoglie il tuo nome, la tua email e il tuo messaggio in modo da permetterci di tenere traccia dei commenti sul nostro sito. Per inviare il tuo commento, accetta il trattamento dei dati personali mettendo una spunta nel apposito checkbox sotto:
Usando questo form, acconsenti al trattamento dei dati ivi inseriti conformemente alla Privacy Policy de La Discussione.