No alle tasse sugli extra-profitti generati dagli impianti fotovoltaici agricoli. È la richiesta secca e polemica solleva dalla CIA-Agricoltori che parla di “brusca frenata alla svolta green italiana”.
Stop alle Energie rinnovabili
Per la Confederazione ci saranno “conseguenze irreversibili rispetto agli sforzi economici fatti dagli agricoltori che hanno investito in passato nelle energie rinnovabili”. La Cia-Agricoltori Italiani contesta la decisione del Governo di intervenire sugli extra-profitti generati dagli impianti fotovoltaici agricoli.
Attacco ai piccoli produttori
A sostenere la linea della contrarietà è il presidente Cia, Cristiano Fini: “Non è possibile accomunare i piccoli impianti fotovoltaici realizzati in connessione con l’attività agricola -mediamente di piccole dimensioni- ai grandi impianti industriali, che hanno per core business la produzione di energia elettrica”.
Richieste della Confederazione
Cia sollecita, “con urgenza” un incontro con i ministri Franco, Cingolani e Patuanelli per trovare insieme una soluzione al grave problema. Secondo Cia, la decisione del Governo rappresenta un atto d’incoerenza rispetto all’obiettivo di autoproduzione energetica con fonti rinnovabili per il settore rurale. La legge 25/2022, convertendo il decreto-legge 4/2022, cambia di fatto le carte in gioco, cancellando con un tratto di penna, “tutti i diritti acquisiti, in un momento storico in cui gli agricoltori italiani sono vittime dei folli rincari dei costi delle materie prime e dei presidi tecnici sostenuti per mantenere le proprie aziende”.
Una Legge contraddittoria
“Questa decisione contrasta fortemente con gli obiettivi primari dell’intervento, che fu colto con grande interesse dalle imprese agricole ed in particolare le zootecniche”, prosegue Fini, “mentre ora, con la nuova normativa, il prezzo calmierato dell’energia si ridurrebbe a un decimo di quello di mercato”. Per Cia, “la marginalità prodotta con la vendita di energia in eccesso da impianti fotovoltaici avrebbe, invece, permesso agli agricoltori”, evidenzia la Confederazione, “che hanno investito nelle rinnovabili di integrare il loro reddito e assorbire i costi sempre più alti dei fattori di produzione, assicurando alle aziende la sostenibilità economica”.
L’impegno degli agricoltori
Cia ricorda che gli imprenditori agricoli “si sono prodigati durante il biennio della pandemia per garantire la produttività e la tenuta competitiva del Paese. Dopo questa decisione del Governo”, conclude la nota polemica della Confederazione, “sarebbero, invece, privati delle poche risorse utili a non indebitarsi per non dichiarare fallimento o a chiudere definitivamente le loro aziende”.