“Le cose più importanti per essere felici in questa vita sono l’avere qualcosa da fare, qualcosa da amare e qualcosa in cui sperare”, diceva lo scrittore Joseph Addison. Una frase che dovremmo ricordarci quando pensiamo alle persone private della propria libertà perché in stato detentivo.
Creare loro delle opportunità di lavoro può contribuire alla riabilitazione e, come sancito dall’art.1 della Costituzione italiana e dall’art.27 comma 3, restituire alla pena le vere finalità di rieducazione del condannato in vista del suo rientro nella società. A questo scopo è stata approvata la Legge Smuraglia 193/2000, che all’art. 21, al fine di promuovere l’attività lavorativa dei detenuti, introduce delle agevolazioni fiscali per i datori di lavoro che impiegano persone recluse ma ammesse al lavoro esterno. I cosiddetti “lavoranti”, che escono la mattina dal carcere, con o senza scorta, e rientrano la sera, dopo aver completato le loro ore di lavoro.
Gli incentivi per gli imprenditori
Più in particolare, le imprese che assumono detenuti possono ottenere un credito d’imposta di 520 euro mensili mentre quelle che assumono semiliberi ne ottengono 300. Per accedere al credito d’imposta le imprese devono assumere detenuti all’interno degli istituti penitenziari, lavoranti all’esterno del carcere ai sensi dell’art. 21 o semiliberi con contratto di lavoro subordinato per un periodo non inferiore a 30 giorni; corrispondere un trattamento economico non inferiore a quello previsto dai contratti collettivi di lavoro; stipulare un’apposita convenzione con la Direzione dell’istituto penitenziario dove si trovano i lavoratori assunti. Gli stessi sgravi si applicano alle imprese che svolgono attività di formazione nei confronti di detenuti a condizione che al periodo di formazione segua l’immediata assunzione per un tempo minimo corrispondente al triplo del periodo di formazione per il quale l’impresa ha fruito dello sgravio.
Dare una “Seconda chance” ai detenuti, il progetto di Flavia Filippi
Ma di questo doppio vantaggio, per i carcerati e per gli imprenditori, non se ne parla affatto. “Seconda chance” è il progetto fortemente voluto dalla giornalista Flavia Filippi, che, venuta a conoscenza delle tante difficoltà che esistono nelle nostre carceri a dare corpo alla Legge Smeraglia, si è attivata per creare un ponte tra il mondo esterno e quello carcerario. In accordo con Carmelo Cantone, Provveditore dell’amministrazione penitenziaria di Lazio, Abruzzo e Molise, ha speso tutte le sue forze per far conoscere a imprenditori, commercianti, ristoratori e piccoli artigiani i vantaggi fiscali e contributivi previsti.
A Rebibbia gli imprenditori incontrano le risorse ricercate
E qualcosa si è finalmente mosso. Oggi, nel reparto G8 di Rebibbia a Roma, numerosi imprenditori incontrano quei detenuti che rispecchiano le figure professionali richieste per le loro attività. Così, dopo una lettera d’intenti scritta dalle varie aziende all’amministrazione penitenziaria, inizia la nuova avventura di vita di queste persone. Momenti fondamentali e indimenticabili per chi, dopo anni di detenzione, rivede il mondo dall’esterno. Un mondo nuovo e sicuramente diverso da quello lasciato prima della reclusione.