giovedì, 25 Aprile, 2024
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Università Cattolica, scarse le competenze digitali dei ragazzi italiani

I ragazzi italiani riportano bassi livelli di competenze informative e di navigazione (35%). Anche i livelli di competenze creative e produttive sono piuttosto scarsi (38%), mentre migliorano quelli relativi a competenze tecnico-operative (56%) e comunicative e relazionali (65%). Sono alcuni dei principali dati emersi dal report della prima ondata dell’indagine europea ySKILLS 2021, somministrata a un campione rappresentativo della popolazione studentesca italiana di 965 ragazzi tra i 12 e i 17 anni di 6 scuole dell’area milanese (3 secondarie di primo grado e 3 secondarie di secondo grado).
Il Progetto, che coinvolge sei Paesi in Europa, è stato finanziato nell’ambito del programma di ricerca e innovazione Horizon2020 dell’Unione Europea.

ySKILLS ha adottato un nuovo strumento di misurazione delle competenze digitali, classificate nelle quattro aree: competenze tecnico-operative, informative e di navigazione, comunicative e relazionali, creative – ha spiegato Giovanna Mascheroni, docente di Sociologia dei media digitali in Università Cattolica e coordinatrice del team italiano ySKILLS – Ciascun gruppo include dimensioni funzionali (ad esempio, nell’ambito delle competenze creative “So come modificare immagini, musica o video digitali già esistenti”) e critiche (sempre fra le competenze creative “So come usare contenuti protetti da copyright”). Le competenze tecnico-operative, da sole, non bastano perché sono associate a una maggiore esposizione ai rischi. Al contrario, le competenze critiche e informative sono associate a opportunità online e offline (rendimento scolastico, migliori strategie di coping e maggiore partecipazione civica)”. Rispetto all’accesso giornaliero a internet, i dispositivi più utilizzati sono lo smartphone al 96%, il computer al 52% e il tablet al 24%. Grazie alle caratteristiche di portabilità e personalizzazione del dispositivo, lo smartphone è certamente il dispositivo più utilizzato, tuttavia si rivela meno pratico per attività come la didattica a distanza.
Il 96% dei partecipanti alla ricerca ha accesso a internet da casa ma il 21% ha riportato di avere avuto difficoltà con l’accesso “almeno qualche volta”, il 5% “spesso” o “molto spesso”.
Considerando le misure di distanziamento sociale dovute alla pandemia, il fatto che il 5% degli studenti non abbia praticamente avuto accesso a internet implica una traduzione delle disuguaglianze digitali in disuguaglianze educative e formative. l tempo trascorso online in un giorno di scuola è di 3,4 ore senza particolari distinzioni di genere né di grado scolastico. Ma per quali altre attività i ragazzi vanno online? In generale il 95% dei partecipanti dichiara di comunicare con gli amici, l’85% di ascoltare musica o guardare videoclip, l’84% di comunicare con i genitori e il 56% di giocare al pc o al cellulare.
Se pensiamo alle differenze di genere i ragazzi sono più propensi a giocare rispetto alle ragazze (76% versus 29%) mentre le ragazze tendono di più dei loro coetanei a cercare informazioni sulla salute mentale (10% versus 4,6%).
Rispetto all’età si evince che ragazzi più grandi cercano più notizie online (13% versus 8%), i più giovani, invece, preferiscono creare e modificare contenuti digitali come musica, video, gif, meme (22% versus 15,5%). Tra le attività online meno comuni ci sono la ricerca di nuovi amici, di informazioni sulla salute fisica e il benessere psicologico. Di tutti i partecipanti allo studio il 90% ha un profilo social (Instagram, Facebook, Tik Tok), l’82% ha un profilo privato e 7 su 10 accettano richieste di amicizia da persone sconosciute o che non hanno incontrato almeno una volta di persona. Questo vale maggiormente per i ragazzi rispetto alle ragazze.
Il 17% del campione ha condiviso informazioni o contenuti riguardanti altre persone senza chiedere il loro permesso, il 15% ha condiviso informazioni su se stesso con persone che non aveva mai incontrato prima e 5 su 10 anche foto e video (i più grandi sono più propensi a questo genere di azioni online).
La partecipazione civica è un’altra attività che è stata segnalata. Il 14% ha preso parte a un gruppo politico sui social media e il 15% ha partecipato a una protesta o campagna online, mente il 37% ha discusso questioni sociali o politiche su internet. I ragazzi italiani riportano bassi livelli di competenze informative e di navigazione (35%). Anche i livelli di competenze creative e produttive sono piuttosto scarsi (38%), mentre migliorano quelli relativi a competenze tecniche e operative (56%) e comunicative e relazionali (65%).
Anche negli altri Paesi partecipanti a ySKILLS (Finlandia, Polonia, Germania, Estonia, Portogallo) ragazze e ragazzi riportano più competenze comunicative e sociali e meno competenze informative. Quelle di gestione critica della navigazione sono più alte in Finlandia (42%) e più basse in Estonia (32%).
Le differenze di genere sono in linea con ricerche precedenti: le ragazze tendono a riportare maggiori competenze comunicative e relazionali, mentre i ragazzi tendono a sovrastimare le competenze digitali. Le differenze di genere, tuttavia, sono meno marcate se si guardano i risultati dei performance test. Nella seconda fase della ricerca, a primavera 2022, oltre al questionario somministreremo anche un performance test. Solo il 46% di ragazzi e ragazze italiani ha dato risposte corrette relative al funzionamento di internet e degli algoritmi (misurate con item come “Il primo risultato di ricerca è sempre la fonte di informazione migliore” oppure “Il primo post che vedo sui social media è l’ultima cosa pubblicata dai miei contatti”), conoscenze che aumentano con l’età. Il nostro Paese si colloca, così, al penultimo posto in Europa insieme all’Estonia. A parte il Portogallo che si è classificato ultimo con il 44%, la Germania ha raggiunto il 48%, la Polonia il 51% e la Finlandia il 58% (un dato comunque non particolarmente elevato).
Il rischio più comune è l’esposizione a contenuti d’odio e hate speech (70%), seguito dall’esposizione a contenuti dannosi e nocivi (ad esempio contenuti che promuovono comportamenti autolesionistici, l’assunzione di stupefacenti, alcool, prodotti dimagranti pericolosi o alimentazione scorretta) e immagini sessuali (entrambi al 54%). Meno frequente il sexting (35) (ITALPRESS) –
fsc/com 04-Feb-22 10:41. Il 70% di ragazze e ragazzi si è sentito turbato quando ha visto contenuti d’odio, ossia quelli che attaccano gruppi o individui per il colore della pelle, la religione, la nazionalità, il genere o l’orientamento sessuale. E si tratta nella maggioranza dei casi di ragazze della scuola secondaria superiore.
Ciò che colpisce i ricercatori è che di fronte a contenuti dannosi (che promuovono comportamenti autolesionistici, l’assunzione di stupefacenti, alcool, prodotti dimagranti pericolosi o alimentazione scorretta ecc.) solo il 45 % si senta turbato, soprattutto si tratta delle ragazze e degli studenti più grandi.

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