sabato, 27 Aprile, 2024
Economia

Sud in difficoltà. Il Governo va in soccorso

Pnrr. Rapporto Svimez

Un divario tra nord e sud che nemmeno il Piano nazionale di Ripresa rischia di riuscire a colmare. L’analisi, che considera i molti indicatori e aspetti di differenza tra le due aree del Paese, arriva dallo Svimez, l’associazione per lo Sviluppo del Mezzogiorno. Nel suo rapporto annuale c’è una osservazione di fondo, quella che il Piano nazionale di ripresa dovrà faticare molto nel mettere a passo il sud, e i miliardi da soli non riusciranno ad esercitare quella azione trainante per ridurre e chiudere il divario di crescita tra il Centro-Nord e Sud.

I problemi del Mezzogiorno

I motivi delle difficoltà del Sud in parte sono noti, ad iniziare dalle carenze del sistema delle infrastrutture, dalla fuga dei giovani che spopolano i paesi, la crisi che pesa di più in zone deindustrializzate, ma a questo quadro si aggiungono nuovi problemi come il ritmo basso dei consumi che stando alle valutazioni dello Svimez è il principale guaio che renderà complicata e rallenterà la spinta dei programmi e progetti che il Piano nazionale di Ripresa dovrà calare nel Mezzogiorno.

Precarietà e consumi deboli

L’istituto per lo Sviluppo del Mezzogiorno sottolinea come dal Piano nazionale di Ripresa arriveranno una parte cospicua di fondi di cui il Sud dovrà beneficiare in modo ampio. L’impatto però rischia di non essere all’altezza delle aspettative proprio per il basso livello dei consumi che ricorda l’analisi dello Svimez dopo aver perso il 7,4% nel 2020 dovrebbe tornare ai livelli pre-Covid solo nel 2024, con un anno di ritardo rispetto al Centro-Nord. L’associazione indica in alcuni punti strategici economici l’attuale fragilità del Sud. Il rallentamento dei consumi, ad esempio, come conseguenza della dinamica salariale piatta, nelle ultime rilevazioni, 15,3% di dipendenti con bassa paga nelle regioni meridionali rispetto a 8,4% in quelle centro settentrionali. Oppure al basso tasso di occupazione e all’eccessivo ricorso alla flessibilità con contratti a tempo determinato per quasi 920mila lavoratori meridionali, in percentuale il 22,3% al Sud rispetto al 15,1% al Centro-Nord; e al part time involontario con 79,9% al Sud contro 59,3% al Centro-Nord.

Amministrazioni in ritardo

In più c’è il nodo delle amministrazioni locali sguarnite di quelle figure professionali che il Pnrr mette come ruolo centrale per efficentare quell’impegno imponente di progettazione e spesa per le amministrazioni.

La Svimez stima che le amministrazioni regionali e locali del Sud dovranno gestire una quota significativa del Piano nazionale di Ripresa pari a 20,5 miliardi, per la metà concentrati nel biennio 2024-2025. In questi due anni, in particolare, il volume annuo di spesa per investimenti attivato dovrebbe essere pari a circa 4,7 miliardi che richiederanno uno sforzo aggiuntivo pari a circa il 51% rispetto alla spesa annua effettuata dalle stesse amministrazioni nel triennio 2017-19. Nel Centro-Nord l’impegno aggiuntivo non supererebbe invece il 41%.

Aiuti dal Governo

Un percorso in salita, che secondo lo Svimez segna, una notevole criticità, in primo luogo per lo stato di precarietà finanziaria dei Comuni in crisi, dove, ricorda l’istituto, vive un cittadino meridionale su tre. Le amministrazioni, inoltre, subiranno maggiori vincoli su assunzioni di profili specializzati per la gestione dei bandi o nel ricorso all’assistenza tecnica. Il ministro per il Sud, Mara Carfagna, ha aperto alla proposta della Svimez di realizzare dei centri di competenza territoriale formati da specialisti nella progettazione. Ci sarà secondo le indicazioni dello Svimez anche un raccordo con le Università presenti nel territorio. Mentre il ministro Carfagna ha annunciato un emendamento al decreto sull’attuazione del Pnrr per mettere a disposizione delle Pubbliche amministrazioni ulteriori 500-700 figure specializzate rispetto a quelle già previste.

Pandemia tra nord e sud

Nel rapporto Svimez si ricorda anche come nel corso del 2020 la pandemia aveva reso sostanzialmente omogenei gli andamenti territoriali nel Centro-Nord e nel Sud. Una situazione che rompeva una profonda differenza rispetto ai disallineamenti del passato. La ripresa è durata un anno, nel 2021, evidenzia lo studio, sono tornate le distanze con il Centro-Nord che si attesta a +6,8% mentre il Sud cresce del 5%. È il 2022 tuttavia il primo anno in cui si dovrebbe riscontrare un effetto significativo delle misure previste nel Piano nazionale di Ripresa e la crescita risulterà sostanzialmente allineata (rispettivamente +4,2% e +4%) grazie al rilevante impatto che la dinamica di costruzioni ed export eserciteranno sul Mezzogiorno. Si riconcretizzerà la divaricazione a vantaggio del Centro-Nord, seppure contenuta, nel 2023 e 2024 e il bilancio complessivo del quadriennio, secondo le proiezioni dello Svimez, farà segnare +12,4% al Sud e +15,6% al nord.

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