lunedì, 16 Dicembre, 2024
Economia

L’appello. Confindustria: subito una moratoria sui debiti delle imprese. Orsini: fermare le nuove regole Ue sui crediti deteriorati

Imprese troppo deboli per parare i colpi della crisi, della pandemia. Tra non molto, inoltre, scatteranno i richiami di fisco, banche e nuove regole Ue, metteranno in ginocchio tutte le aziende in difficoltà.
Un timore che è già una realtà. A scendere in campo per offrire uno scudo di protezione alle imprese è Confindustria che sollecita una moratoria sui debiti. E, nel contempo, di bloccare le norme europee di prossima applicazione sulla nuova definizione di default e alle regole sul trattamento dei crediti deteriorati.

A chiedere il rinvio è il Vice presidente per il Credito, la Finanza e il Fisco, Emanuele Orsini, che ribadisce la necessità di mantenere sino a fine giugno la moratoria sui debiti delle imprese “Chiediamo al Ministro dell’Economia di farsi garante del mantenimento di uno strumento così importante rispetto al quale non si può fare un passo indietro in una fase in cui l’emergenza sanitaria non si attenua e cittadini e imprese devono far fronte a ulteriori blocchi e restrizioni.

È essenziale, infatti, che le istituzioni italiane individuino insieme alle autorità europee una soluzione interpretativa che consenta di prolungare le moratorie”. L’iniziativa è stata resa nota da Confindustria dopo che Orsini ha inviato il suo appello a Il Messaggero.

La moratoria, secondo l’esponente di Confindustria, è uno strumento essenziale di supporto alle aziende per fronteggiare la crisi del Covid 19 e guardare alla ripresa. Orsini ha posto all’attenzione, “una questione fondamentale”, riferisce Confindustria, “per la tenuta e la ripresa delle imprese nel 2021, l’anno che dovrebbe farci uscire dalla pesante crisi generata dall’emergenza sanitaria grazie al vaccino e con la forza del nostro sistema produttivo e le risorse del Recovery Fund”. Per il Vice presidente per il Credito, la Finanza e il Fisco, “Si tratta della assoluta necessità di mantenere, sino a fine giugno, come previsto dal disegno di legge di Bilancio, la moratoria sui debiti delle imprese”. Uno strumento che Emanuele Orsini giudica strategico anche per mettere in condizioni le imprese di puntare al rilancio.

“È infatti essenziale”, si ricorda nel documenti, “preservare il principale strumento che ha permesso alle aziende, in difficoltà a causa del blocco della produzione e della caduta dei consumi, di guardare alla ripresa con un fardello in meno. Per le imprese italiane, infatti, diversamente da quanto accaduto in altri Paesi nei quali si è fatto maggior ricorso, grazie a minori vincoli di finanza pubblica, a sgravi e sospensioni fiscali e contributive, la moratoria rappresenta uno strumento di supporto essenziale per fronteggiare la crisi”. Inoltre per l’esponente della Confederazione, il tempo stringe e i timori non mancano.

“La nostra preoccupazione”, sottolinea Orsini, “nasce dal recente aggiornamento delle Linee Guida dell’Autorità Bancaria Europea, l’EBA, in tema di trattamento delle esposizioni soggette a moratoria , che contiene alcune condizioni che possono rappresentare un ostacolo per l’allungamento delle sospensioni già concesse alle PMI ai sensi della moratoria di legge prevista dal Decreto legge Cura Italia”.

È essenziale che le istituzioni italiane individuino insieme alle autorità europee una soluzione interpretativa che consenta di prolungare le moratorie. Chiediamo al Ministro dell’Economia di farsi garante del mantenimento di uno strumento così importante rispetto al quale non si può fare un passo indietro in una fase in cui l’emergenza sanitaria non si attenua e cittadini e imprese devono far fronte a ulteriori blocchi e restrizioni”. Nel documento si mette in evidenza come Confindustria aveva già posto il problema di allungare i tempi della moratoria estendendoli al 31 settembre 2021, proposta non accolta.

“Non si può tuttavia tacere”, sottolinea Emanuele Orsini, “che non ci troveremmo in questa situazione di incertezza se fosse stata ascoltata la nostra proposta della scorsa estate e con il Decreto legge Agosto la moratoria di legge fosse stata prorogata fino al 30 settembre 2021, invece che solo fino al 31 gennaio.
Una mancanza di ascolto e visione che arreca un danno alle imprese e che osserviamo purtroppo su altri dossier che riguardano l’accesso al credito e sui quali è invece urgente intervenire. Da troppo tempo Confindustria segnala la necessità e l’urgenza che si trovi una soluzione, anche negoziando con le autorità europee, per consentire un allungamento della ingente mole di finanziamenti garantiti in capo alle imprese pari a circa 140 miliardi. Da un’analisi che stiamo conducendo con il nostro Centro studi sulla capienza del cash flow delle imprese per settori, emerge che tale allungamento è necessario per evitare che le imprese soffrano di tensioni finanziarie legate a un indebitamento eccezionale – contratto non per finanziare piani di sviluppo, ma per assicurare la continuità aziendale in un momento drammatico – e per non spiazzare nuovi investimenti.

La situazione che stiamo vivendo è fuori dal comune e sono essenziali alcuni interventi su norme europee in materia bancaria che segnaliamo da tempo”. Il documento del Vice presidente per il Credito, la Finanza e il Fisco, si fa più critico rispetto alle nuove norme bancarie, che sono una stretta pericolosa per migliaia di imprese. “Si tratta di regole”, fa presente Orsini, “nate in uno scenario completamente diverso da quello attuale, che vanno ora riviste o posticipate per evitare che compromettano la possibilità di ripresa della nostra economia. Mi riferisco, in particolare, alla nuova definizione di default e alle regole sul trattamento dei crediti deteriorati. È essenziale che la richiesta delle imprese italiane sia supportata a Bruxelles.
A casa nostra, in Italia, è poi urgente che si assumano prestissimo decisioni per favorire il rafforzamento della struttura finanziaria delle imprese e la ripartenza di domanda e investimenti. Un esempio su tutti: vanno estesi per almeno un triennio i superbonus del 110%. Si tratta di una misura strategica, che impatta fortemente sull’economia reale.

Le imprese italiane sono sane, hanno fondamentali solidi e buone prospettive di ripresa. Vanno traghettate alla normalità con un insieme stabile ed equilibrato di misure che combini interventi per fronteggiare l’emergenza e sostegno alla ripartenza, in una visione di lungo periodo”. Infine la Confederazione degli industriali sottolinea che avrà un ruolo di massimo sostegno verso le le iniziatiche che saranno prese.
“Confindustria”, sottolinea infine Emanuele Orsini, “non farà mancare la propria collaborazione e il proprio contributo di idee e proposte basate sulle necessità reali delle aziende, le sole che possono creare sviluppo e lavoro”.

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