Lo scenario economico italiano si muove su un crinale instabile, aggravato dal rincaro delle materie prime energetiche e dall’incertezza legata ai nuovi dazi. È quanto emerge dall’ultima Congiuntura Flash del Centro Studi di Confindustria, che fotografa un’economia in chiaroscuro: segnali di tenuta nell’industria e nei servizi si affiancano a dati deboli su fiducia, consumi e investimenti, mentre il conflitto Israele-Iran contribuisce ad alimentare tensioni sui mercati. Il prezzo del petrolio, in discesa fino a marzo a causa di aspettative più basse sulla domanda globale, è tornato a salire bruscamente nel secondo trimestre del 2025. Alla base del rincaro, secondo Confindustria, c’è proprio l’escalation tra Israele e Iran, che ha riacceso le preoccupazioni sull’offerta. Anche il gas europeo ha registrato un incremento, passando dai 34 euro/mwh toccati a maggio – il livello più basso da tre mesi – ai 40 euro di giugno.
L’industria italiana ha comunque aperto il secondo trimestre con un rimbalzo incoraggiante: ad aprile la produzione è cresciuta dell’1%, secondo i dati Rtt, e si rileva un miglioramento anche nel fatturato. Tuttavia, i livelli restano ancora depressi rispetto al biennio 2023-2024. A maggio il sentiment delle imprese è migliorato leggermente, ma il Pmi manifatturiero resta in area di contrazione e le incertezze sul commercio globale, complice la politica dei dazi, continuano a pesare.
Export
Sul fronte dell’export, ad aprile si registra un calo del 2,8% a prezzi costanti. A trascinare verso il basso è stata la contrazione delle vendite verso i Paesi extra-Ue, in parte dovuta a un effetto ‘front-loading’ verso gli Stati Uniti avvenuto in marzo per alcune categorie merceologiche. Al netto di questo, il dato risulterebbe meno negativo. Complessivamente, nei primi quattro mesi del 2025, l’export italiano è comunque in crescita. Gli investimenti, che avevano sorpreso in positivo nel primo trimestre con aumenti su tutte le componenti, mostrano segnali di debolezza nel secondo. A maggio, la fiducia delle imprese resta su livelli bassi, gli ordini di beni strumentali sono in calo e le attese di nuovi ordini flettono per il secondo mese consecutivo.
Sul fronte del credito, il taglio dei tassi da parte della Banca Centrale Europea ha iniziato a produrre effetti visibili: il costo del credito è in discesa. Il credito alle famiglie è in crescita robusta, mentre quello alle imprese continua a registrare una variazione annua negativa, sebbene la tendenza si stia invertendo.
Consumi
I consumi, intanto, rallentano: le vendite al dettaglio crescono poco, le immatricolazioni di auto tornano a calare e la fiducia delle famiglie è in discesa da tre mesi consecutivi. Anche l’occupazione, stabile ad aprile, potrebbe risentire nel breve periodo del clima di incertezza. Nel settore dei servizi, dopo una partenza debole nel primo trimestre, le prospettive per il secondo sono più favorevoli: secondo l’indice Hcob-Pmi, a maggio si è registrato un rafforzamento dell’attività, accompagnato da un parziale recupero della fiducia tra le imprese. Il turismo continua a offrire un sostegno importante alla dinamica complessiva.
“Il contesto resta fragile”, conclude il Centro Studi, “e il rischio principale è rappresentato dal deterioramento della fiducia, che potrebbe frenare consumi e investimenti. Ma il taglio dei tassi in Eurozona apre una finestra di opportunità per sostenere la ripresa”.