Si sente spesso il presidente Russo, Putin affermare che la pace può essere raggiunta solo affrontando le ragioni profonde del conflitto.
Non credo che la stampa si sia soffermata su questa affermazione che invece è importante, non perché si debba essere d’accordo, ma semplicemente ai fini della comprensione delle dinamiche alla base del conflitto per i russi.
La Russia delle armi contro la diplomazia
Con “ragioni profonde del conflitto” Putin intende l’esigenza russa di ridefinire un’ architettura Europea di sicurezza e ritiene che l’ unico interlocutore sia Washington. L’Ucraina è solo un tassello di questa architettura. Questo spiega perché i colloqui di pace ( che in ogni caso richiedono tempo ) siano così difficili e la Russia sia poco incline a definire con la diplomazia quello che ritiene di poter ottenere con le armi.
Guerra contro l’Occidente
Ciò che non si comprende bene a queste latitudini è che per i russi questa non è una guerra contro l’Ucraina, ma una guerra contro l’Occidente. Un Occidente che combatte una guerra per procura attraverso una Nazione eterodiretta.
Lasciate perdere se sia vero o falso.
Il rischio USA di sfilarsi dal sostegno a Kiev
Questo è il loro punto di vista e considerano il conflitto, in termini ampi, esistenziale. Per loro l’ aggressione non avviene dai fatti di Maidan , ma parte da Bill Clinton. Le parole che probabilmente vengono sussurrate alle orecchie di Putin e Trump, sono le medesime: “non ti fidare, parlano di pace, ma vogliono la guerra“.
L’opinione è che se Trump si dovesse sfilare dal conflitto totalmente, sarebbe un errore enorme.
Servono i satelliti
A parte il danno di immagine in termini di affidabilità degli USA, priverebbe gli Ucraini del supporto tecnologico indispensabile per l’ uso di alcuni sistemi d’ arma e di starlink (l’Europa non ha queste capacità) oltre al supporto di intelligence e questo ovviamente avrebbe delle ripercussioni sul campo.
Un futuro di nuove tensioni
Contemporaneamente lascerebbe aperte le questioni sollevate da Mosca creando il presupposto per future nuove tensioni.
Paolo Falconio
Miembro del Consejo Rector de Honor y conferenziere en la Sociedad de Estudios Internacionales (SEI)