È stata una notte di sangue quella che ha colpito l’Ucraina tra venerdì e sabato. Un’ondata di attacchi missilistici e con droni lanciati dalle forze russe ha devastato le città di Kharkiv e Kherson, lasciando sul terreno almeno cinque vittime e decine di feriti. Il bilancio, ancora provvisorio, è stato confermato dalle autorità locali ucraine, mentre la comunità internazionale assiste con crescente preoccupazione all’escalation in corso, aggravata anche da un nuovo intervento del Presidente americano Donald Trump, che ha criticato l’operato di Kiev. Intanto, da Bruxelles arriva un segnale di sostegno concreto: la Commissione Europea propone di prolungare fino al 2027 le misure di protezione per i rifugiati ucraini. A descrivere l’intensità dell’attacco notturno è stato direttamente il Sindaco di Kharkiv, Ihor Terekhov, che ha parlato su Telegram di un “raid senza precedenti” condotto dalle forze armate russe contro la città. Tre civili hanno perso la vita e almeno 17 persone sono rimaste ferite nei bombardamenti che hanno colpito aree residenziali e infrastrutture civili. “È stata una notte durissima per la città – ha scritto Terekhov –. Stiamo lavorando con le squadre di soccorso per estrarre eventuali superstiti dalle macerie”. Diverse esplosioni sono state udite anche all’alba, segno che le operazioni non si sono ancora fermate.
Anche a sud, la situazione resta drammatica. A Kherson, città già più volte bersaglio delle artiglierie russe, un altro attacco ha provocato due vittime civili. A confermarlo è stato il Governatore della regione, Oleksandr Prokudin, che ha parlato di “attacchi deliberati contro la popolazione”, denunciando la mancanza di infrastrutture protettive adeguate nelle aree più colpite. Le forze ucraine, da parte loro, avrebbero intercettato e abbattuto parte dei droni Shahed impiegati da Mosca, ma molti sono riusciti a superare le difese, causando danni gravi.
“Kiev ha provocato Mosca”
Mentre sul terreno si contano i morti, a infiammare ulteriormente il dibattito internazionale è intervenuto Trump, che ha commentato con parole dure l’andamento del conflitto. In un’intervista ai media americani, Trump ha detto: “Hanno dato a Putin una ragione per bombardarli a tappeto. Quella è la cosa che non mi è piaciuta. Quando ho visto gli attacchi agli aeroporti russi, ho pensato: ora ci sarà la rappresaglia”. Una dichiarazione che ha suscitato reazioni contrastanti anche negli ambienti diplomatici occidentali, poiché ritenuta una forma di legittimazione delle azioni di Mosca. Trump ha però aggiunto di temere un’escalation atomica: “Spero che la guerra non diventi nucleare”.