sabato, 7 Giugno, 2025
Esteri

Missili e accuse: la Russia colpisce Kiev, è scontro anche sul piano diplomatico

Attacco a tappeto su tredici regioni ucraine: almeno 4 morti. Zelensky: “Chi non agisce è responsabile”. Il Cremlino a Trump: “Non è una lite tra bambini”

La guerra in Ucraina si avvita in una spirale sempre più feroce. Nella notte tra giovedì e venerdì la Russia ha sferrato uno dei più massicci attacchi aerei dall’inizio del conflitto, scatenando su Kiev e su almeno altre dodici regioni una pioggia di missili e droni. Secondo le autorità ucraine, il bilancio provvisorio è di almeno quattro morti e decine di feriti. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha lanciato un nuovo appello alla comunità internazionale: “Chi non fa pressioni per fermare questa guerra è complice”. La reazione del Cremlino, nel frattempo, è arrivata durissima, tanto verso l’Ucraina quanto sul piano diplomatico. Rispondendo alle recenti affermazioni del Presidente statunitense Donald Trump, che aveva definito la guerra “una lite tra bambini” durante un colloquio con il Cancelliere tedesco Friedrich Merz, il Portavoce di Vladimir Putin, Dmitri Peskov, ha tracciato una linea rossa: “Per noi questa non è una disputa infantile, è una questione esistenziale, riguarda la sicurezza del nostro Stato, il nostro futuro, quello dei nostri figli. È una questione dei nostri interessi nazionali”.

Le sirene antiaeree hanno squarciato la notte in tutta l’Ucraina, ma è stata la capitale a pagare il prezzo più alto. Le autorità cittadine hanno confermato che diverse aree residenziali sono state colpite da missili russi, causando almeno quattro vittime e una ventina di feriti: “Stiamo ancora cercando sopravvissuti tra le macerie”, ha scritto il Sindaco Vitalij Klitschko su Telegram, mentre decine di squadre di soccorso sono impegnate nei quartieri di Solomianskyie Shevchenkivskyi.

Kiev nel mirino

Secondo l’Aeronautica Militare ucraina, l’attacco è stato portato con 407 droni (tra d’attacco e da ricognizione) e 45 missili balistici. Le difese hanno abbattuto circa la metà dei velivoli e 36 missili, ma l’impatto è stato comunque devastante. Colpite tredici località in tutto il Paese, mentre altre diciannove aree hanno subito danni dai detriti dei razzi intercettati. Le regioni più colpite hanno incluso Volyn, Lviv, Ternopil, Poltava, Sumy e Khmelnytskyi, tutte distanti dal fronte orientale, segno che Mosca continua a cercare di fiaccare le infrastrutture ucraine e la resistenza psicologica della popolazione.

Il Cremlino ha giustificato l’attacco come una reazione “necessaria” agli “atti terroristici del regime di Kiev”. È il riferimento, non troppo velato, al recente attacco ucraino contro due aeroporti militari russi, di cui uno situato nella regione di Krasnodar. Peskov ha parlato di “risposta mirata” e ha insistito sulla legittimità delle operazioni russe: “Difendiamo la nostra sicurezza nazionale. Non è un gioco politico, è una questione di sopravvivenza”. Ma la replica più dura è arrivata alle dichiarazioni del presidente Trump: “Ognuno può avere la propria opinione”, ha detto Peskov, “ma quando si tratta del futuro del nostro Paese, non c’è spazio per ambiguità o mediazioni”. Sulla polemica interna tra Trump e Elon Musk, infine, il Cremlino si è defilato: “È un affare degli Stati Uniti. Non interferiremo”.

“L’Occidente agisca ora”

Dall’altra parte del fronte, Zelensky ha rilanciato il suo appello all’Occidente, denunciando il silenzio e l’inerzia internazionale. “La Russia non cambia, continua a colpire le città, le case, la vita quotidiana delle persone. È ora che Europa, Stati Uniti e il mondo intero agiscano con decisione. Chi non esercita pressioni su Mosca per fermare questa guerra, ne è complice”. Il leader ucraino ha aggiunto che i nuovi attacchi rappresentano un ulteriore salto di intensità nella strategia russa: “Hanno impiegato ogni tipo di drone, compresi quelli esca per saturare le nostre difese. Alcuni sono stati abbattuti, ma non tutti. È chiaro che non si fermeranno spontaneamente”.

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