Il 2025 segna un momento storico per Gorizia e Nova Gorica, unite nel progetto di Capitale Europea della Cultura. La cerimonia tenutasi ieri in piazza della Transalpina, condivisa dalle città di Gorizia e Nova Gorica, ha rappresentato un’occasione per ribadire il valore della cooperazione e della pace tra Italia e Slovenia, due nazioni che hanno saputo trasformare un confine divisivo in un luogo di incontro e condivisione. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, insignito del Premio Patroni insieme all’ex Capo di Stato sloveno Borut Pahor, ha sottolineato come “quel giorno, in piazza della Transalpina, tutti abbiano avvertito di essere testimoni di un momento di rilevanza storica, capace di generare effetti profondi sul futuro d’Europa”.
Un confine che unisce

La piazza, un tempo simbolo di divisione fino all’entrata della Slovena nell’Ue, rappresenta oggi il frutto di una riconciliazione costruita con pazienza e determinazione dalle società civili di entrambi i Paesi: “Il merito di questa libertà ritrovata non è di singole persone né delle istituzioni, ma delle nostre società civili, che hanno saputo ricostruire quei legami di amicizia e fiducia reciproca che la guerra aveva spezzato” ha detto Mattarella. Il Presidente ha elogiato le comunità locali per la loro capacità di opporsi ai nazionalismi sterili e pericolosi, che in passato hanno generato conflitti devastanti. L’incontro tra Mattarella e Pahor si inserisce in questo contesto di rinnovata collaborazione. Le due nazioni hanno saputo mettere da parte il passato doloroso per abbracciare una visione comune di sviluppo e pace, facendo di Gorizia e Nova Gorica un esempio virtuoso per tutta l’Europa: “Le due città hanno trasformato la loro prossimità geografica in un’opportunità, diventando un modello per l’Unione europea e i suoi valori fondamentali”, ha aggiunto il Capo dello Stato.
La cooperazione come strumento di crescita
La frontiera tra Italia e Slovenia non è più una barriera, ma un luogo di opportunità. Mattarella ha evidenziato come la collaborazione tra i due Paesi abbia generato benefici concreti nei settori dell’economia, della scienza e della cultura: “Il Friuli Venezia Giulia può essere un laboratorio di idee per la cooperazione transfrontaliera, capace di affrontare le sfide globali con soluzioni condivise”, ha spiegato, citando anche il Presidente della Regione Massimiliano Fedriga. La storia insegna che la divisione porta solo sofferenza, mentre il dialogo e la collaborazione creano progresso. In questo senso, il riferimento di Mattarella al fisico goriziano Carlo Rubbia, premio Nobel nel 1984, assume un significato particolare: “Le scoperte scientifiche premiate con il Nobel sono nate in un laboratorio fondato sull’idea di un mondo aperto, dove la scienza rappresenta uno strumento di pace e non di conflitto”, ha ricordato Mattarella.
Allo stesso modo, il percorso di amicizia tra Italia e Slovenia ha seguito la strada della cooperazione, un impegno che Mattarella ha condiviso con Borut Pahor, rafforzando i rapporti tra i due Paesi.
Un monito contro i nazionalismi
L’incontro a Gorizia ha anche offerto un’occasione per riflettere sugli errori del passato e sui pericoli che ancora incombono: “L’alternativa alla cooperazione, l’Italia, la Slovenia e l’Europa l’hanno conosciuta nella sua drammaticità”, ha affermato il Presidente, citando l’artista Anton Zoran Music, primo insignito del Premio Patroni nel 2001. Sopravvissuto ai campi di concentramento, Music testimoniò gli orrori della guerra nei suoi celebri disegni, intitolati ‘Noi non siamo gli ultimi’, un avvertimento contro l’indifferenza e la ripetizione della storia.
La memoria delle tragedie del Novecento deve rimanere viva affinché non si ripetano: “Non è l’abbandono alle illusioni a evitare nuovi conflitti, ma l’impegno concreto dei popoli e delle istituzioni nel rispetto della dignità umana”, ha sottolineato Mattarella, richiamando l’importanza della responsabilità politica e civile nel costruire un’Europa più giusta e solidale.
Gorizia e Nova Gorica
La scelta di Gorizia e Nova Gorica come Capitale Europea della Cultura 2025 rappresenta la sintesi perfetta di questo percorso di riconciliazione e progresso: “È una pagina di speranza e di fiducia nei popoli europei, nella capacità dell’Europa di costruire storia seguendo i suoi valori”, ha concluso Mattarella.