Nel quartiere Holosiivskyi, nel centro di Kiev, i servizi pubblici stanno lavorando per eliminare le conseguenze dell’attacco russo che si è abbattuto ieri mattina sulla capitale. Secondo i militari, intorno alle 7 il nemico ha attaccato Kiev con cinque missili balistici Iskander-M/Kn-23. I lanci sono stati effettuati dalle regioni russe di Voronezh e Bryansk. La difesa antiaerea ha distrutto tutti e cinque i missili.
Sono stati danneggiati edifici residenziali, uffici e un hotel. La conduttura del riscaldamento è pesantemente danneggiata. Diverse strade sono bloccate. La città ha allestito un quartier generale dove i residenti degli edifici colpiti possono chiedere aiuto mentre si lavora per ripristinare il calore in 630 edifici residenziali, 16 istituzioni mediche, 17 scuole e 13 asili. Dodici feriti hanno richiesto assistenza medica, sei sono stati ricoverati. Una persona è morta. Le missioni diplomatiche di Albania, Argentina, Autorità Palestinese, Macedonia del Nord, Portogallo e Montenegro sono state danneggiate dai detriti, ha dichiarato il ministero degli Esteri ucraino in un messaggio.
Le forze armate russe definiscono il raid con missili balistici una “risposta” al bombardamento delle forze di Kiev con missili americani Atacms e britannici Storm Shadow sulla regione russa di Rostov sul Don. Il ministero della Difesa russo sostiene inoltre di aver colpito un centro di comando dei sevizi di sicurezza ucraini, un ufficio di progettazione di missili e posizioni dei sistemi di difesa aerea “Patriot”.
“Attacco barbaro”
Le reazioni di condanna sono state immediate. l’alto rappresentante Ue Kaja Kallas ha scritto su X: “Nessuna rappresentanza diplomatica dovrebbe mai essere presa di mira o anche solo colpita. Questo è un altro barbaro attacco della Russia contro obiettivi civili che non dimostra alcuna volontà di pace. Estendo la mia piena solidarietà al personale diplomatico”.
“Condanniamo gli attacchi odierni della Russia a Kiev e i danni causati alle strutture diplomatiche di diversi Paesi. Chiediamo alla Russia di cessare immediatamente tutti gli attacchi contro i civili ucraini e le infrastrutture civili e di porre fine alla sua guerra illegale contro l’Ucraina.” Lo scrive su X la portavoce della Nato Farah Dakhlallah.
L’esercito ucraino in difficoltà nel Donetsk
L’esercito ucraino ha comunicato di essersi ritirato dall’area intorno ai centri abitati di Uspenivka e Trudove, a sud della città di Kurakhove, nella regione di Donetsk, per evitare di essere accerchiate dall’avanzata delle forze russe. Le unità militari hanno evitato l’accerchiamento e continueranno le operazioni nell’area di Kurakhove-Konstantinopolske, si legge in un comunicato. Lo Stato Maggiore ucraino ha riferito di 18 battaglie sul fronte di Kurakhove nell’ultimo giorno, con le forze russe che hanno tentato di avanzare a nord della città. Il Ministero della Difesa russo ha dichiarato oggi che le sue forze hanno preso il controllo di altri due insediamenti nella regione di Donetsk, Uspenivka e Novopustynka. Mercoledì ha rivendicato il controllo di Trudove.
Tajani: lavoriamo a una conferenza di pace con la Russia
Il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani in un’intervista ai media vaticani ha dichiarato: “Stiamo lavorando per far sì che si possa finalmente avere una conferenza di pace analoga a quella che si è svolta in Svizzera prima dell’estate, con la presenza di Russia, Cina, India e Brasile, in modo che si possa sancire una tregua o un cessate il fuoco. Non possiamo lavorare ragionevolmente senza gli Stati Uniti, l’Occidente non può dividersi e, in ogni caso, si deve continuare a lavorare in sintonia con gli americani, che sono gli unici in grado di garantire la sicurezza dell’Ucraina, con una forza economica e militare che l’Europa non possiede”.
“Senza gli Stati Uniti – sostiene Tajani – non si vince nessuna partita, credo quindi che si debba lavorare anche con la nuova amministrazione Usa per aprire una nuova stagione che è quella del cessate il fuoco, senza che ciò significhi la sconfitta dell’Ucraina”. L’Europa “non può che essere l’alleato principale degli Stati Uniti in questa fase, e protegge l’Ucraina, che è candidata a far parte dell’Unione europea. Noi italiani abbiamo sempre detto in maniera molto chiara, anche quando abbiamo fornito materiale militare all’Ucraina, che siamo per garantire l’indipendenza dell’Ucraina e non siamo in guerra con la Russia”.