domenica, 10 Novembre, 2024
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Moda, nel 2023 chiusi 5.080 negozi: 10mila persone senza lavoro

Federazione Moda Italia-Confcommercio: a luglio vendite in calo. Le proposte al governo

Secondo i dati pubblicati dalla Federazione Moda Italia-Confcommercio, il settore sta attraversando un periodo di crisi significativa. Il monitoraggio delle imprese associate ha rivelato un calo medio delle vendite del 4,6% nel primo semestre del 2024. Neppure i saldi di luglio, tradizionalmente attesi come un momento di ripresa, sono riusciti a invertire questa tendenza negativa, registrando una perdita media in valore dellʼ8,1% rispetto allo stesso periodo di luglio 2023. Delle imprese che hanno risposto al questionario, il 60% ha riportato vendite in calo, mentre il restante 40% ha segnalato una crescita (15%) o una stabilità (25%). Questa situazione preoccupa non poco gli operatori del settore.

Il Presidente di Federazione Moda Italia-Confcommercio, Giulio Felloni, ha dichiarato: “Dopo un primo semestre così complicato per i negozi di moda, gli sconti più importanti di questo periodo potrebbero determinare per i consumatori un maggior interesse per i capi più significativi da indossare e sfoggiare durante le vacanze estive. Ma di questo passo si vedranno aumentare solo le chiusure dei negozi”.

Chiusure di negozi

La crisi è palpabile anche nei numeri delle chiusure: solo nel 2023, ben 5.080 negozi di moda hanno chiuso i battenti, lasciando quasi 10.000 persone senza lavoro. Questo trend rischia di compromettere ulteriormente un settore che rappresenta un pilastro fondamentale dell’economia nazionale, con 170.828 punti vendita che occupano 299.890 addetti. In risposta a questa crisi, la Federazione Moda Italia-Confcommercio sta lavorando su più fronti per ridare fiducia alle imprese e promuovere il valore economico e sociale dei negozi di prossimità. Felloni ha sottolineato lʼurgenza di interventi mirati e innovativi per contribuire alla crescita del Pil nazionale. Al Tavolo della Moda di oggi, presieduto dal Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, la Federazione presenterà una serie di proposte che potrebbero arrestare l’emorragia commerciale del settore.

Le proposte principali includono l’introduzione di una detrazione d’imposta sulla dichiarazione dei redditi per l’acquisto di prodotti di moda sostenibili effettuato nei negozi fisici; l’applicazione di unʼaliquota Iv ridotta sui prodotti di moda; un credito d’imposta del 30% sulle locazioni commerciali o una cedolare secca sugli affitti commerciali, condizionati all’obbligo di una riduzione congrua dei canoni di affitto tramite specifici accordi tra locatore e conduttore.

Appello al governo

Felloni ha ribadito la necessità di un intervento del governo per sostenere la riqualificazione urbana attraverso il miglior utilizzo dei fondi del Pnrr. Inoltre, è essenziale tutelare i negozi fisici dai colossi del web applicando il principio di “stesso mercato, stesse regole” e rilanciare i consumi interni con provvedimenti innovativi. Il settore moda, ha concluso Felloni, necessita di risposte urgenti e concrete per evitare ulteriori chiusure e salvaguardare un comparto che è essenziale per l’economia e la società italiana.

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