“Seguo con grandissima preoccupazione quanto sta accadendo in Medio Oriente, e auspico che il conflitto, già terribilmente sanguinoso e violento, non si estenda ancora di più”. È quanto si augura il Papa che ieri, dopo il tradizionale Angelus domenicale, è tornato nuovamente ad appellarsi affinché in Medio Oriente possa arrivare quanto prima la pace. “Si abbia il coraggio di riprendere il dialogo perché cessi subito il fuoco a Gaza e su tutti i fronti, si liberino gli ostaggi, si soccorrano le popolazioni con gli aiuti umanitari”, le parole di Bergoglio che si è scagliato contro gli attacchi, anche quelli mirati e le uccisioni che non possono mai essere una soluzione: “Non aiutano a percorrere il cammino della giustizia, il cammino della pace, ma generano ancora più odio e vendetta. Non soffocate la parola del Dio della Pace, ma lasciate che essa sia il futuro della Terra Santa, del Medio Oriente e del mondo intero. La guerra è una sconfitta”.
Parole per il Venezuela
Altrettanta preoccupazione il Pontefice l’ha espressa per il Venezuela, che sta vivendo anch’esso una situazione critica: “Rivolgo un accorato appello a tutte le parti a cercare la verità, ad esercitare moderazione, ad evitare ogni tipo di violenza, a comporre i contenziosi con il dialogo, ad avere a cuore il vero bene della popolazione e non interessi di parte”. Il Santo Padre ha poi espresso la sua personale vicinanza alle popolazioni indiane, in particolare del Kerala, duramente colpite da piogge torrenziali, che hanno provocato numerose frane, causando perdite in vite umane, numerosi sfollati e ingenti danni: “Vi invito”, ha detto riferendosi ai fedeli presenti in Vaticano, “a unirvi alla mia preghiera per coloro che hanno perso la vita e per tutte le persone provate da così devastante calamità”. Il Vescovo di Roma ha anche espresso gratitudine ai sacerdoti in occasione della ‘Festa del parroco’, celebrata in memoria del Santo Curato d’Ars: “Esprimo la mia vicinanza e anche la mia gratitudine a tutte queste figure che con zelo e generosità, talvolta fra tante sofferenze, si consumano per Dio e il popolo”, invitando quindi i presenti ad applaudire per celebrare i loro parroci.
Pane e pesci
Entrando nello specifico dell’Angelus, il Papa ha voluto far riflettere su un episodio emblematico della vita di Gesù: il miracolo dei pani e dei pesci, molto più di un semplice atto di generosità divina. Gesù invita le folle a comprendere il significato profondo di quanto accaduto, andando oltre l’apparenza del prodigio materiale. “Avevano mangiato quel cibo condiviso e avevano potuto vedere come, pur con poche risorse, con la generosità e il coraggio di un ragazzo, che aveva messo a disposizione degli altri ciò che aveva, tutti si erano sfamati a sazietà”, ha detto Francesco, secondo il quale il segno era chiaro: se ciascuno dona agli altri ciò che ha, con l’aiuto di Dio, anche con poco tutti possono avere qualcosa: “Non dimenticate questo: se uno dona agli altri ciò che ha, con l’aiuto di Dio, anche con poco tutti possono avere qualcosa”. Tuttavia, le persone non colsero il vero significato del miracolo. Pensarono che Gesù fosse un prestigiatore e tornarono a cercarlo, sperando che ripetesse il prodigio come se fosse una magia. La loro attenzione si concentrò solo sui pani e sui pesci, sul cibo materiale che finì rapidamente. Non compresero che quel cibo era solo un mezzo attraverso il quale il Padre rivelava qualcosa di molto più importante. “E cosa rivelava il Padre? La via della vita che dura per sempre e il gusto del pane che sazia oltre ogni misura. Il vero pane, insomma, era ed è Gesù, il suo Figlio amato fatto uomo, venuto a condividere la nostra povertà per guidarci, attraverso di essa, alla gioia della comunione piena con Dio e con i fratelli”.
La carità
Insomma, Bergoglio ha spiegato che le cose materiali non riempiono la vita, aiutano ad andare avanti e sono importanti, ma non riempiono la vita: “Solo l’amore lo può fare. E perché ciò accada la strada da imboccare è quella della carità che non tiene nulla per sé, ma condivide tutto”. Un insegnamento che si riflette anche nelle famiglie: “Pensiamo a quei genitori che faticano tutta la vita per crescere bene i figli e lasciare loro qualcosa per il futuro. Che bello quando questo messaggio è compreso, e i figli sono grati e a loro volta diventano solidali tra loro come fratelli. È invece triste vedere famiglie lacerate da litigi per l’eredità, dove l’amore dei genitori viene dimenticato”.