sabato, 16 Novembre, 2024
Società

Costantini: troppe leggi europee, molte norme penalizzano le piccole imprese

L’appello del leader della Cna: la Ue allenti la pressione normativa

Troppe regole e con norme non sempre comprensibili e attuabili. A chiedere alla nuova Commissione europea “di allentare la pressione normativa sulle imprese”, è il presidente nazionale della Cna Dario Costantini dal palco dell’assemblea di Cna Lombardia pet l’iniziativa dal titolo “Nel cuore d’Europa – Le imprese lombarde alla prova della transizione sostenibile”.

Troppe norme sulle piccole imprese

“L’Europa dovrà far funzionare le regole che ci sono invece di farne di nuove”, osserva Costantini che ricorda come l’ultima Commissione europea ha prodotto 420 iniziative tra proposte legislative, documenti e comunicazioni. Di queste 154 hanno riguardato il Green Deal con il risultato che la transizione green ha esercitato una fortissima pressione normativa sulle piccole imprese.

Le contraddizioni

Tra l’altro, norme non sempre coerenti tra loro e con gli obiettivi del Green Deal. “Sono necessari più strumenti e meno leggi – ha evidenziato – e regolamenti. Penso a esempio all’esigenza di dare più impulso al Patto delle imprese per il clima e l’energia per offrire assistenza tecnica alle piccole imprese. E penso che debba essere garantito alle piccole imprese l’accesso ai finanziamenti green per gli investimenti. Solo così le nostre aziende potranno pianificare, programmare e realizzare i necessari investimenti a favore della transizione”.

Imprese guai comuni in Ue

“I problemi della piccola impresa sono comuni in Europa, sulle grandi questioni dell’agenda europea le piccole imprese possono parlare con una voce sola”, indica e ricorda che “le grandi priorità sono energia, formazione, carenza di manodopera”.

“Voglio dire chiaramente – ha aggiunto – che non ci opponiamo al Green Deal ma siamo convinti che deve favorire un contesto positivo per le piccole imprese e non penalizzarle”.

Automotive, troppe incertezze

Costantini si è soffermato sul dossier dell’automotive: “Il passaggio all’auto elettrica simboleggia l’incertezza che viviamo in Europa e in Italia. Ci troviamo in una posizione critica e inedita. L’Europa e l’Italia sono stati sempre all’avanguardia dell’innovazione nell’auto a prescindere dalle materie prime ma dobbiamo riconoscere che nell’ultimo decennio abbiamo perso la leadership a favore di americani e asiatici”. Invece di pensare a strategie e agli strumenti per scaricarle a terra, da un paio d’anni c’è una contrapposizione sulla data del 2035 per la fine dei motori termici. “È un dibattito che non mi appassiona. Qualcuno – ha rilevato il nostro presidente – pensa seriamente che la questione dirimente sia spostare quella data più in avanti? A me preoccupa la mancanza di strategie per poter attivare investimenti e creare nuove realtà imprenditoriali. Vale per l’Europa e vale anche per l’Italia. La politica industriale dell’Italia sull’automotive la fa Stellantis o il governo? Non siamo contro la grande impresa, anzi ne vorremmo di più”

I bonus edilizi e le modifiche

Le incertezze e i difetti europei in Italia si amplificano. Costantini ha citato i bonus edilizi, oggetto di ben 283 modifiche normative in meno di quattro anni. “Non abbiamo mai pensato che potesse durare a lungo ma è mancata un’exit strategy degna di questo nome. La Cna però non si limita a esprimere giudizi. Da tempo chiediamo il riordino dei bonus all’edilizia e a breve presenteremo una nostra proposta che poggia su due pilastri: sostenibilità per i conti pubblici e per il mercato”. Infine, la questione dei tempi lunghi della burocrazia e dell’apparato amministrativo. “Non siamo più disponibili ad attendere oltre il decreto e il regolamento sull’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili. Una proposta della Cna fatta propria dall’attuale governo ma l’accordo per la modifica al Pnrr e la nascita del programma Transizione 5.0 risale al settembre scorso. Siamo a fine giugno – ha concluso Costantini – e le nostre imprese ancora non possono attivare investimenti che sfiorano i 20 miliardi”.

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