sabato, 16 Novembre, 2024
Società

‘Abitare fluido’: i giovani non aspirano più a comprarsi una casa

Ma per il 62% degli intervistati: l’abitazione in cui vive non è adatta

La Fondazione G. Feltrinelli ha pubblicato i risultati della ricerca “Abitare Fluido” con il rapporto “Collaborare e abitare. Il diritto alla casa nelle metropoli per le nuove generazioni”, realizzato con il supporto di Fondazione Cariplo a cura di Silvia Cafora del Politecnico di Torino. La ricerca ha coinvolto per la prima volta in tutta Italia circa circa 500 giovani – il 62% donne e il 38% uomini, per l’86% nati in Italia da famiglie italiane – in affitto e di età compresa tra i 23 e i 40 anni. Il dato più evidente è che il trend di mobilità giovanile in Italia è in continua crescita: aumenta la maggioranza di soggetti che preferiscono vivere in affitto anziché possedere la casa, soprattutto a causa della precarietà economica e lavorativa che incide nella scelta di affitto per il 42%.

Si cambiano tante case…

L’indagine è stata realizzata con l’obiettivo di “esplorare l’attuale situazione abitativa e le eventuali cause di disagio e insoddisfazione da essa derivanti. L’indagine ha consentito, infatti, di valutare il ruolo giocato dal lavoro nella scelta del luogo in cui vivere, di indagare l’immaginario dei giovani relativamente alla casa e l’importanza attribuita alla presenza e alla qualità di specifiche caratteristiche, misurando il loro grado di interesse verso modelli abitativi alternativi, basati su coabitazione, condivisione degli spazi e collaborazione tra le persone.” Per i ricercatori fino a pochi decenni fa le persone “abitavano una o due case in tutta la vita, quella della famiglia di origine e quella della famiglia di “destinazione”; oggi pensare che si possa cambiare modo di abitare in relazione alle diverse fasi della vita non è più così eccezionale.” Il curriculum abitativo di ognuno di noi si sta infatti ampliando e dirigendo verso modelli di “abitare fluido”: la ricerca evidenzia come il 50% degli intervistati abbia cambiato la città di residenza negli ultimi dieci anni, il 70% almeno una volta nella vita. Il 41%, dei giovani, oggi, guarda con interesse modalità abitative collaborative; il 32% valuterebbe la possibilità di vivere in una casa in affitto con un progetto collaborativo mentre il 38% in una casa di proprietà con un progetto collaborativo.

Ma non sono soddisfacenti

Secondo l’indagine, però, il 40% dei giovani non sono soddisfatti dagli impianti delle abitazioni, il 37% dell’arredamento e dalla luminosità, mentre il 30% trova inadeguata la suddivisione degli spazi. In generale, il 62% degli intervistati ritiene che l’abitazione in cui vive non sia adatta allo studio e al lavoro da casa. La ricerca, secondo chi l’ha condotta, ha fatto emergere in particolare l’opportunità di “un abitare esteso, fluido, che prevede la possibilità di vivere in maniera flessibile in un sistema composto da più abitazioni, in contesti urbani e non. Un modello che risponde alle esigenze di una società sempre più complessa e variegata, che mette al centro la socialità e il senso di comunità.”

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