venerdì, 22 Novembre, 2024
Economia

Parte la Zes unica del Mezzogiorno. Intesa SanPaolo tra gli investitori

10 miliardi di euro il plafond nazionale per nuovi insediamenti produttivi

La Legge nr.162 del novembre 2023 ha introdotto nel nostro ordinamento la Zona Economica Speciale Unica (Zes) che dal 1° gennaio 2024 ha sostituito, fondendole in una sola, le 8 Zes che attualmente insistono sul territorio meridionale. Praticamente ora il Mezzogiorno è diventato un’Unica Area ZES e questo dovrebbe, almeno nelle intenzioni del legislatore, favorire gli investitori che avranno vantaggi che vanno dal credito di imposta alla possibilità di ottenere agevolazioni burocratiche e doganali, nonché facilitazioni offerte anche dalle singole Regioni aderenti al nuovo modello.

La grande Zes del Sud

La grande Zes meridionale avrà un forte collegamento con lo sviluppo portuale e logistico del Mezzogiorno, essendo un’iniziativa tarata per accogliere aziende import-export oriented che, quindi, hanno forti esigenze di movimentare le proprie merci per raggiungere i mercati di riferimento/approvvigionamento. È opportuno ricordare sia le grandi Zes nel Mediterraneo, che hanno fatto decollare l’economia di alcuni Paesi che ne fanno largo utilizzo, sia i casi delle grandi Zes degli Emirati Arabi e della Cina, che con i loro incentivi fiscali (zero tasse per molti anni per chi investe) hanno consentito a grandi gruppi industriali di realizzare insediamenti e, quindi, creare occupazione, crescita del traffico portuale, con incrementi significativi del comparto dell’import-export.

Export favorito

Il Centro studi di Intesa San Paolo (Smr) ha stimato che la ZES può far crescere l’export di un territorio fino al 4% aggiuntivo medio annuo e il traffico portuale container dell’8,4%; numeri di tutto rispetto. Inoltre, questi strumenti sono ritenuti strategici anche dal Pnrr che ha messo a disposizione una somma di 630 milioni di euro per sviluppare l’infrastruttura logistica, stradale e ferroviaria dei territori compresi nelle Zes.

Rientrano le aziende

Sempre secondo Smr, questi strumenti, inoltre, potrebbero favorire quelle strategie di reshoring/friendshoring/nearshoring su cui ora è tanto intenso il dibattito. Infatti, in taluni casi, per far rientrare in Paesi vicini le aziende che hanno storicamente delocalizzato, occorre un incentivo che potrebbe senz’altro partire dalla presenza di una Zes, che darebbe loro facilitazioni burocratiche e finanziarie anche per chi vuole ridefinire le proprie scelte allocative. A oggi risulterebbero oltre 160 Autorizzazioni Uniche, per investimenti nel Sud, concesse ad aziende italiane ed estere che ne hanno fatto richiesta da parte dei Commissari (organo di governance delle Zes). Mentre aseguito della costituzione della Zes Unica, i Commissari saranno sostituiti da una struttura tecnica di missione presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri con compiti di sviluppo, programmazione e monitoraggio dei risultati e delle performance dello strumento.

Investimenti di Intesa Sanpaolo

Intesa Sanpaolo ha reso noto che ha in corso investimenti e promozione dello sviluppo dei porti italiani, attraverso la Zona Economica Speciale Unica del Mezzogiorno e le Zone Logistiche Semplificate del Centro Nord, con l’obiettivo di attrarre investimenti esteri e sostenere la competitività del sistema produttivo del Paese (già 25 aziende tedesche avrebbero manifestato interesse a investire in Italia). Dopo l’iniziativa dello scorso anno tenutasi a Napoli e che ha rilanciato la valorizzazione di queste aree strategiche, il Gruppo bancario, nell’ambito del più ampio piano da 410 miliardi di euro previsto a sostegno del Pnrr, ha rinnovato il proprio impegno innalzando a 10 miliardi di euro il plafond nazionale dedicato ai nuovi insediamenti produttivi, all’ampliamento e ammodernamento di quelli esistenti e agli investimenti nel settore energetico nella Zes e nelle Zls.

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