venerdì, 20 Settembre, 2024
Turismo

Pronta la bozza della legge che ordina l’affitto breve turistico

Le associazioni dei proprietari contestano: è un testo “liberticida”

E’ pronto il decreto legge sugli affitti brevi. Lo ha fatto circolare in questi giorni il Ministero del Turismo tra le associazioni del settore per un’ultima consultazione. Prevede un codice identificativo nazionale, minimo due giorni per ogni soggiorno e sanzioni alte per contrastare l’abusivismo. “Sono molti anni che si aspettava un intervento specifico e non mi sembra che nessuno, prima di noi, né la sinistra che è stata per 10 anni al governo, né quei sindaci che oggi chiedono interventi urgenti, abbia mai voluto affrontare una questione riguardante un tema così complesso e spinoso” ha detto la ministra Santanché annunciando la condivisione del testo che viene dopo una serie di tavoli di consultazioni fatti prima dell’estate. A congratularsi con Santanché perfino il sindaco di Firenze, Dario Nardella, che parla di “timidi passi avanti.”Forte contrarietà dalle associazioni
Il testo ha lo scopo di una normativa “uniforme a livello nazionale nonché di contrastare il fenomeno dell’abusivismo nel settore.” E’ chiaramente escluso che l’affitto turistico sia responsabile dell’overturism o dello spopolamento dei centri storici. Tra l’altro gli immobili destinati a questa attività sono circa il 2% a livello nazionale e gli immobili vuoti sono oltre 9,5 milioni, circa il 27% del parco immobiliare complessivo.

Sul piede di guerra

 Ma le associazioni dei proprietari sono sul piede di guerra: Aigab, Confedilizia, Fiaip, Bre-VE e Prolocatur, “esprimono la loro più totale contrarietà al disegno di legge”, scrivono, perché “si tratta di un testo palesemente mirato a contrastare l’ospitalità in casa a vantaggio di quella in albergo in virtù della previsione di una innumerevole serie di divieti, limitazioni, requisiti e obblighi senza precedenti, alcuni dei quali di pressoché impossibile applicazione.” E citano il divieto di affittare una sola notte, l’imposizione di impianti antincendio e rilevatore di monossido di carbonio, l’imposizione “di diventare imprenditore” e vengono introdotte pesanti sanzioni anche per delle “dimenticanze” oltre che, “per la prima volta nella storia”, chiesti “requisiti soggettivi per affittare una casa.” “Si tratta – commentano i rappresentanti delle associazioni di categoria – di una proposta di legge inaccettabile che contraddice le ripetute dichiarazioni pubbliche nelle quali il Ministro Santanchè affermava, nell’affrontare la delicata materia delle locazioni turistiche, la propria contrarietà all’introduzione di divieti, chiusure e limitazioni. Chiediamo un deciso cambio di rotta nell’impostazione di una normativa che, se rimanesse tale, determinerebbe una pericolosa deriva liberticida rispetto al diritto costituzionalmente garantito di poter affittare liberamente il proprio immobile, acquistato spesso e volentieri con i risparmi accumulati in anni e anni di sacrifici”.

 Soddisfatti gli albergatori

Il testo in circolazione prevede l’unificazione delle regole regionali a livello nazionale per quanto riguarda la raccolte di dati. I codici identificativi saranno in una banca dati nazionale. Mentre saranno i comuni a dover controllare l’applicazione su tutte le piattaforme e su tutti i canali di promozione, incluso il portone dell’immobile. Le sanzioni saranno altissime, anche fino a 8 mila euro, per chi non le rispetta, in particolare per chi affitta meno di 2 giorni e non utilizza il CIN, codice identificativo nazionale.
Accolta in pieno la richiesta di Federalberghi di sottoporre interamente alla stessa disciplina degli alberghi anche le case singole in termini di normativa antincendi, di strumentazione per la rilevazione del monossido di carbonio; apparati non obbligatori in una normale casa d’abitazione. Più chiari e scuri da Vittorio Messina, presidente di Assohotel Confesercenti: “alcuni nostri suggerimenti sono stati accolti, ma il cuore del problema resta lo squilibrio tra le tipologie ricettive; gli alberghi sono sottoposti ad un prelievo fiscale più oneroso e sostengono costi maggiori per essere in regola con la normativa”. Infine,la responsabilità del pagamento dell’imposta di soggiorno verrà estesa anche ai soggetti esercenti attività di intermediazione immobiliare e di gestione di portali telematici qualora abbiano incassato il canone o il corrispettivo in relazione ai contratti di locazione per finalità turistiche.

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