Netta inversione delle vendite che crollano del -6,3% anno su anno. Un calo previsto ma di dimensioni molto più contenute. A fare i conti è la Confesercenti che sottolinea come inflazione e caro-bollette ora si fanno sentire sul commercio al dettaglio. Ottobre certifica una netta inversione delle vendite.
Prezzi sù per gli alimentari
“La crisi maggiore si avverte per i prodotti alimentari (-7,9%) e le piccole superfici”, spiega la Confesercenti, “le cui vendite secondo le nostre stime precipitano del -9% rispetto ad ottobre dello scorso anno: una flessione più che doppia rispetto a quella della grande distribuzione (-4,2%)”.
Rialzi, costi energia la causa
Per Confesercenti è necessario destinare risorse al pagamento di spese obbligate, in primis alle utenze domestiche, “sta erodendo le disponibilità per consumi di altro tipo”, osserva la Confederazione, “in calo anche a causa dell’aumento dei prezzi, trainato a sua volta dal caro-energia”.
Consumi, calo da 12 miliardi
“Complessivamente, stimiamo”, calcola la Confesercenti, “che le famiglie bruceranno, per la corsa dell’inflazione, circa -12,1 miliardi di euro di potere d’acquisto solo nella seconda metà del 2022. Un problema che colpisce in particolare i nuclei familiari meno abbienti, per i quali l’inflazione pesa oltre il doppio rispetto alle famiglie di reddito più elevato”
Budget fortemente condizionato
Per la Confederazione gli italiani si apprestano ad affrontare il periodo delle festività natalizie e l’anno che verrà, con un budget “fortemente condizionato”, ed il rallentamento dei consumi delle famiglie non mancherà di avere un forte impatto sulla crescita dell’economia.
Interventi mirati e detassazione
Per questo, sollecita la Confederazione, oltre alla prosecuzione dei sostegni contro il caro-bollette, “servono interventi mirati al rilancio della domanda interna, a partire dal fisco: il taglio del cuneo previsto dalla manovra è un piccolo passo, ma serve di più. Ad esempio, come chiediamo da anni, la detassazione degli aumenti retributivi stabiliti dai Contratto nazionale di lavoro”, conclude la Confesercenti, “un intervento che aiuterebbe la ripartenza della contrattazione e permetterebbe alle famiglie di recuperare almeno in parte il potere d’acquisto perduto”.