Nel 2020, secondo i dati dell’Osservatorio Inps, il numero di lavoratori dipendenti e indipendenti è risultato pari a 25.630.000, in leggera crescita rispetto al 2019 (+0,3%). Dal 2015 il numero complessivo di lavoratori è aumentato di 569mila unità (+2,3%), mentre – a causa della pandemia – è diminuito il numero medio di settimane lavorate nell’anno: dalle 42,9 settimane del 2019 si è scesi a 40,2 nel 2020. Anche il reddito medio annuo da lavoro ha subito una diminuzione, pari al -6%. Nel 2020 gli uomini rappresentano il 56% degli occupati, con un numero medio di settimane lavorate pari a 41,3 e un reddito medio annuo di 24.702 euro. Le donne hanno lavorato in media 38,8 settimane, con un reddito medio annuo di 17.929 euro. Osservando l’andamento per classe di età emerge l’incremento dei giovani da 20 a 24 anni (+2% nel periodo 2015-2020). Andamenti decisamente crescenti per le classi di età più anziane, in particolare 55 anni e oltre, in conseguenza del generale invecchiamento della popolazione. Riguardo alla distribuzione territoriale dei lavoratori, nel 2020 il 29,3% degli occupati è attivo nel Nord ovest (7,5 milioni di lavoratori). A seguire il Nord est con il 22,7%, pari a circa 5,8 milioni di lavoratori, il Centro con il 21,2% (oltre 5,4 milioni di lavoratori) e infine il Sud, con il 18,4% (circa 4,7 milioni di lavoratori) e le Isole con l’8,3% (2,1 milioni di lavoratori). Nel 2020 i lavoratori con cittadinanza extra Ue sono il 9,4% (-1% rispetto al 2019), mentre i lavoratori comunitari risultano pressoché stabili rispetto all’anno precedente. Nel 2020, inoltre, 875.978 lavoratori (pari al 3,4% dei lavoratori dell’anno) sono sicuramente pensionati che lavorano.