giovedì, 26 Giugno, 2025
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Siderurgia, Federacciai: “Da Governo segnali positivi, politica industriale attiva dopo anni”

“Siamo a un passaggio cruciale e i segnali che ci arrivano dal Governo sono confortanti, perché richiamano i principi di una politica industriale che nel nostro Paese manca da tanto, troppo tempo”.

In un’intervista al Sole 24 Ore, il presidente di Federacciai Alessandro Banzato, saluta con favore la volontà di studiare un intervento articolato per l’acciaio, manifestata dal Governo e dal ministero dello Sviluppo economico.

Una posizione che assume una valenza specifica, soprattutto se calata in un momento delicato come quello vissuto dal comparto in queste settimane. Il settore sta attraversando una fase congiunturale particolare, con la domanda elevata e i prezzi alle stelle. Per quanto riguarda invece i livelli di produzione, i dati di febbraio certificano un output di 2,074 milioni di tonnellate, l’1,2% in più rispetto ai 2,042 milioni di tonnellate dello stesso periodo dell’anno scorso. Segnali incoraggianti, che seguono un 2020 chiuso con un calo produttivo del 12%, poco sopra i 20 milioni di tonnellate. I dati pubblicati da Federacciai, evidenziano a marzo un balzo della produzione per i lunghi (+8,9% a quota 1,180 milioni di tonnellate) mentre quella di prodotti piani cala del 4,5% a 891mila tonnellate (nel 2020 la frenata e’ stata del 15,9%, in parte legata alle fermate dell’ex Ilva). Il panorama siderurgico italiano comprende i tre grandi ex poli statali, oggi in mano a proprietà straniere e per diversi motivi tutti e tre alle prese con decisioni determinanti per il futuro.

Ma ci sono anche i produttori da forno elettrico e i trasformatori, capaci in questi anni di crescere e proporsi, in molti casi, come player con una vocazione di dimensione europea.

Per questo motivo “ragionare di acciaio in termini di filiera – prosegue Banzato – è giustissimo sia perché le nostre produzioni sono alla base di praticamente tutte le attività che concorrono a fare sì che l’Italia sia ancora la seconda potenza manifatturiera europea, ma è anche un segnale importante perché ci fa capire che si vuole partire dal mercato per sostenere le produzioni ed i prodotti che hanno non solo un importante passato, ma che innovandosi hanno anche un promettente futuro”.

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