Più di 150mila lavoratori dipendenti del settore del gioco legale, della distribuzione specializzata, delle sale Bingo, delle case da gioco, delle sale scommesse e gaming halls sono in zona rossa dall’inizio della pandemia. “Qualsiasi colore abbia avuto il resto d’Italia, anche se altri settori hanno aperto, i lavoratori del settore gioco legale sono stati bloccati, senza nessuna possibilità di tornare al lavoro. Migliaia di persone che vogliono soltanto avere gli stessi diritti di altri lavoratori di settori come la ristorazione. Non vogliono essere più ignorati”, sottolineano Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs.
“Chiediamo pari dignità per i lavoratori e lavoratrici di questo settore: se c’è una zona rossa deve essere zona rossa per tutti se c’è una zona bianca deve esserlo per tutti, abbiamo assistito anche a situazioni differenziate da questo punto di vista e pensiamo che non sia giusto. Quello che chiediamo al governo e’ di individuare immediatamente una data per la riapertura di questo settore perche’ ogni giorno che passa e’ un giorno che rischia di indebolire la struttura economica e occupazionale del settore”, ha spiegato Danilo Lelli, responsabile nazionale di Filcams Cgil, nel corso di una conferenza stampa. “Noi – ha aggiunto – abbiamo con le aziende realizzato dei protocolli che sono piu’ restrittivi di quelli realizzati in altre realta’, quindi pensiamo che il settore abbia le carte in regola per riaprire”.
Lelli inoltre ha annunciato: “Siamo pronti ad aprire una discussione nel Paese rispetto alla considerazione che si ha di questo mondo, perche’ molto spesso si arriva ad eccessive semplificazioni. Il sistema del gioco legale e’ un sistema che, se gestito bene, impedisce il passaggio di ingenti risorse alla criminalita’ organizzata. In questo periodo l’erario dello Stato ha perso quattro milioni di euro. Pensiamo che sia necessario ripartire e aprire questa discussione anche sul futuro del settore che deve avere una sua dignita’”. Il comparto del gioco lecito, ha detto Marco Demurtas, responsabile nazionale di Fisascat Cisl, “continua a combattere la sua battaglia contro un sistema paese e un sistema legislativo quantomeno contraddittorio. Lo Stato e il Governo, in particolare il governo degli ultimi tempi, ha decisamente posto un ostracismo, una barriera, un muro di gomma a ogni tentativo di affrontare organicamente le questioni che riguardano il settore riguardo a distanziamenti, concessioni e i protocolli sanitari che sono invece stati gestiti con assoluta correttezza da parte di tutte le societa’”.
Secondo Paolo Proietti, responsabile nazionale di Uiltucs, “sono maturi i tempi per una grande mobilitazione di piazza. E’ chiaro che oggi non ci sono le condizioni proprio in considerazione del delle limitazioni determinate dall’ emergenza sanitaria ma e’ evidente che non appena matureranno le condizioni noi speriamo questo sara’ possibile”.