L’appello lanciato dal numero uno dell’Ungdcec per la preoccupazione che l’esperimento si possa trasformare in una “precomplicata”.
“Con l’inizio del 2021 è partita la fase sperimentale, per i piccoli contribuenti, del programma di assistenza online dell’Agenzia delle Entrate, che porterà alla predisposizione automatica della dichiarazione precompilata Iva 2021. Condividiamo l’idea di sfruttare la tecnologia anche in ambito fiscale, ma riteniamo sia necessario farlo nel modo giusto, perché passare dall’idea di una ‘precompilata’ alla creazione di una ‘precomplicata’ è molto semplice”. Lo ha detto Matteo De Lise, presidente dell’Unione nazionale giovani dottori commercialisti ed esperti contabili.
“Da parte dell’Agenzia delle Entrate, che dispone dei dati provenienti dalle fatture elettroniche e provvederà a predisporre in automatico i modelli di versamento F24, c’è la volontà di semplificare la vita dei contribuenti più piccoli, facilitandoli nel confronto giornaliero con la burocrazia. Spesso, però, la volontà non basta: è praticamente certo, infatti, che verranno messi a disposizione dei registri in bozza, che i contribuenti saranno chiamato a verificare, integrare e confermare”, evidenzia De Lise.
“Al Fisco mancano infatti alcune informazioni rilevanti: integrazioni, gestione dell’inerenza dell’operazione, determinazione della corretta detrazione dell’Iva, eventuale determinazione del pro-rata… Informazioni che rappresentano la parte principale delle comunicazioni fiscali e che non possono prescindere dall’intervento dei dottori commercialisti i quali, se interpellati e coinvolti in anticipo nei processi e nella programmazione, sarebbero ben felici di agevolare il rapporto tra Fisco e contribuenti, in nome di una vera semplificazione. Invece, agli operatori viene “scaricato” un compito di verifica e assistenza al contribuente che non è evidentemente in grado in autonomia di gestire il procedimento. È questa la semplificazione che ci aspetta?”.
“Ci chiediamo – conclude il presidente Ungdcec – come si possa attivare una procedura che impatta notevolmente nell’attività lavorativa dei soggetti interessati senza condividerne il funzionamento e l’applicabilità, ma soprattutto senza coinvolgere nella programmazione i commercialisti e le software house, soggetti che potrebbero rendere attuabile tale “rivoluzione” e più agevole il lavoro di tutti. Per l’Unione, quello della tecnologia in ambito fiscale è un tema molto importante, ne abbiamo parlato in molti degli ultimi convegni e ne parleremo anche nel corso del prossimo webinar, in programma il 12 febbraio”.