domenica, 17 Novembre, 2024
Società

Migranti, vertice dell’Italia con 10 Paesi dell’Ue: l’Europa studia il modello Italia-Albania

Meloni: “La Sinistra ci attacca, gli altri ci guardano”. Orban d’accordo, Scholz dice no

Il Premier Giorgia Meloni ha presieduto una riunione informale a Bruxelles prima del Consiglio europeo insieme ai Primi Ministri di Danimarca, Mette Frederiksen, e Paesi Bassi, Dick Schoof, per discutere il dossier migratorio e promuovere soluzioni innovative per affrontare le sfide legate ai flussi migratori. Alla riunione hanno partecipato anche i leader di Austria, Cipro, Grecia, Malta, Repubblica Ceca, Polonia, Slovacchia e Ungheria, oltre alla Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen. Proprio quest’ultima ha presentato i principali filoni di lavoro delineati nella ‘Lettera sulla migrazione’, che aveva inviato lo scorso lunedì. In particolare, la discussione ha approfondito il tema delle “soluzioni innovative” per migliorare la gestione dei flussi migratori all’interno dell’Unione europea. Meloni ha avuto l’occasione di illustrare l’intesa recentemente raggiunta tra Italia e Albania, evidenziandone il ruolo nella lotta contro i trafficanti di esseri umani. Il Premier ha parlato dell’arrivo dei primi migranti irregolari nel porto di Shengjin, sottolineando come questo accordo rappresenti un passo importante per rafforzare la sicurezza e la cooperazione nei confronti della criminalità organizzata che sfrutta le rotte migratorie.

Collaborazione con Paesi terzi sicuri

Uno dei temi principali della discussione è stato il concetto di ‘Paese terzo sicuro’, elemento cruciale per l’implementazione del nuovo Patto Migrazione e Asilo dell’Ue. I leader presenti hanno espresso l’importanza di collaborare con Paesi terzi lungo le rotte migratorie, non solo per migliorare il controllo e la gestione dei flussi, ma anche per potenziare i programmi di rimpatrio volontario assistito in collaborazione con l’Unhcr e l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni. Un’altra iniziativa innovativa discussa è stata quella dei ‘return hubs, centri di supporto per il rimpatrio volontario dei migranti, che mirano a rendere più efficace la gestione dei rimpatri attraverso la cooperazione con le nazioni di origine dei migranti stessi. Questi centri potrebbero rappresentare un punto di riferimento operativo per favorire i rientri, offrendo assistenza logistica e supporto legale.

Un raccordo operativo

Nel corso della riunione I leader dei Paesi partecipanti hanno convenuto sulla necessità di mantenere uno stretto raccordo operativo per affrontare le prossime sfide migratorie, anche in vista dei futuri Consigli europei. Palazzo Chigi ha sottolineato come questo incontro rappresenti un passo importante verso una maggiore coesione tra gli Stati membri dell’Unione nella gestione dei flussi migratori, con un’attenzione particolare alle soluzioni innovative e alla collaborazione con i Paesi di transito e origine.

L’accordo tra Italia e Albania è stato approvato dal premier ungherese Viktor Orban: “È buono, vanno fatti i complimenti a Roma”. Sensazione diametralmente opposta per il Cancelliere tedesco Olaf Scholz: “Gli hub non sono la soluzione giusta per un Paese grande come il nostro”.

Botta e risposta con Schlein

Meloni, tramite un post pubblicato su X dopo la riunione informale, ha difeso con forza le iniziative del governo in tema di immigrazione, sottolineando come le misure adottate per contrastare l’immigrazione irregolare e la tratta di esseri umani stiano attirando l’attenzione di molti Paesi europei: “Curioso notare come, mentre quasi tutta l’Europa discute delle nostre iniziative per contenere l’immigrazione irregolare e fermare la tratta di esseri umani, alcune nazioni considerandole come modelli, la sinistra italiana pensi unicamente ad attaccarle in maniera inconsistente e gratuita”, ha scritto, lanciando una critica diretta all’opposizione. Il Premier ha ribadito l’importanza di proteggere i confini italiani, descrivendo questa azione come un dovere nazionale e una responsabilità condivisa con l’intera Europa. Ma non si è fatta attendere, tra gli altri, la reazione della Segretaria del Partito democratico Elly Schlein la quale ha espresso un severo giudizio sull’accordo tra Italia e Albania in materia di immigrazione. Per la numero uno dei dem l’intesa rappresenta una violazione dei diritti fondamentali e uno spreco di risorse pubbliche: “Continueremo a fare tutto il monitoraggio che serve. Questo cinico accordo con l’Albania sperpera il denaro pubblico e viola i diritti fondamentali delle persone”. Schlein ha descritto l’accordo come “disumano” e contrario allo spirito della Costituzione italiana, annunciando una mobilitazione continua per contrastare questa politica. In particolare, ha sottolineato che il trasferimento dei migranti in Albania, effettuato attraverso un primo viaggio che ha coinvolto 16 persone, è stato gestito senza le dovute garanzie per i soggetti più vulnerabili.

Meloni tra Giordania e Libano

Intanto stamattina inizia la missione di Meloni in Giordania e Libano, dove affronterà alcuni dei temi più delicati e urgenti del panorama geopolitico attuale. La prima tappa della missione si svolgerà ad Aqaba, dove il Premier incontrerà il Re di Giordania, Abdullah II. Il bilaterale si concentrerà sulla crisi in Medioriente, con particolare attenzione alla situazione umanitaria nella Striscia di Gaza. La Giordania, un alleato strategico per la stabilità della regione, ha proposto l’iniziativa del ‘Gaza HumanitarianGateway’, mirata a facilitare la consegna degli aiuti umanitari alla popolazione civile di Gaza. Meloni e Abdullah II avevano già discusso della proposta la scorsa settimana a Cipro durante il vertice Med9 e si prevede che approfondiranno ora i dettagli di questa iniziativa, valutando il ruolo che l’Italia potrà svolgere in collaborazione con le autorità giordane.

Dopo la visita in Giordania, Meloni si recherà a Beirut per incontrare il Primo Ministro Najib Mikati e il Presidente del Parlamento, Nabih Berri: sarà il primo leader internazionale a visitare il Libano dall’inizio delle operazioni di terra israeliane, sottolineando l’impegno italiano per la stabilità del confine israelo-libanese

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