È trascorso un secolo dalla nascita dello psichiatra Franco Basaglia, colui che ha rivoluzionato le cure psichiatriche in Italia e portato alla chiusura dei manicomi. Diceva “Aprire l’Istituzione non è aprire una porta, ma la nostra testa di fronte a ‘questo’ malato”. Queste parole raccolgono la sua eredità: comprendere che dietro al disagio mentale, c’è sempre una persona con dei diritti. Tra le tante eredità che Basaglia ha lasciato c’è proprio quella di prendersi cura della propria salute mentale. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità una persona su otto a livello globale vive con condizioni di disagio mentale, dall’ansia al disturbo bipolare: un tema ritornato con la pandemia Covid-19, che ha visto un aumento dei disturbi soprattutto tra i giovani.
Iniziative per un anno
Il centenario di Basaglia, ricordato in Italia con moltissime iniziative, è stata l’occasione per ripercorrere la strada fatta dall’istituzione dei manicomi a oggi, ma anche per capire quella che ancora resta da fare per superare problemi come il sottofinanziamento, la carenza di personale e i pregiudizi. La legge 180 è un punto di partenza e non un punto di arrivo.
Musica e cantautori “folli”
Anche nella musica la follia non è più un tabù da Vasco e Cristicchi, vincitore del Festival di Sanremo nel 2007 con la canzone” Ti regalerò una rosa” (una struggente lettera scritta da Antonio, rinchiuso in manicomio, alla sua amata Margherita), a Mr Rain che dal palco del concertone del 1° maggio, lo scorso anno, ha raccontato di aver sofferto di depressione e di esserne uscito quando ha avuto il coraggio di chiedere aiuto. Il tema è tutto sommato caro alla musica. Anche Enrico Ruggeri nel 1991 con la canzone “Polvere”, si ispirava alla profonda depressione che aveva colpito il padre e sconvolto anche la vita del cantante. La stessa depressione era descritta anche da Vasco Rossi in “Jenny è pazza” e di pazzia ne cantava Giorgio Gaber , con “Dall’altra parte del cancello”.
Non archiviare l’eredità
I 100 anni dalla nascita di Franco Basaglia, avvenuta l’11 marzo 1924 a San Polo vicino Venezia, sono anche un momento di riflessione sul presente facendoci fare delle domande: che ne è oggi dei malati psichiatrici? E possiamo dire davvero archiviata la logica manicomiale?