sabato, 27 Aprile, 2024
Lavoro

Calderone: il lavoro prima del sussidio. Puntiamo su formazione e semplificazione

Non sono dimenticate la tragedia di Brandizzo e le tragedie continue degli infortuni sul lavoro, per questo il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Calderone, dichiara l’impegno di azioni concrete per intervenire, prima di tutto, per cercare di ridurre la perdita di vite umane al lavoro e fare in modo che diminuiscano gli infortuni. Nel bilancio di previsione 2024 dell’Inail raddoppiano infatti, rispetto al 2023, le risorse impiegate per le politiche di prevenzione in materia di sicurezza: a disposizione dei datori di lavoro che investono per aumentare i livelli di sicurezza vengono stanziati in totale 1,5 miliardi di euro. Poi il cuneo fiscale, il Reddito di cittadinanza e l’impegno per semplificare la normativa per imprese e lavoratori. E, comunque, i dati sull’occupazione che cresce sono confortanti.

Strumenti per formazione

Per la prima volta si impiega parte dell’avanzo di amministrazione Inail per fornire strumenti a lavoratori e imprese. Nel bilancio preventivo dell’Istituto per il 2024, appena approvato dal Comitato di Indirizzo e Vigilanza (CIV), si prevede la crescita di cinque volte delle risorse dedicate alla formazione; il raddoppio delle risorse del Bando Isi, che raggiungono i 508 milioni di euro e l’aumento delle risorse impiegate per ridurre il meccanismo di premialità del premio (OT23) per le piccole aziende che investono in prevenzione. In più, nel corso del 2024, il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali intende rimodulare il tasso di oscillazione per quelle imprese che, investendo in sicurezza, riducono il proprio indice infortunistico. “Numeri – spiega il ministro Calderone – che presentano un’inversione di tendenza e sono la trasposizione in fatti della consapevolezza, radicata in noi, dell’importanza di investire in prevenzione. Con Inail abbiamo lavorato in stretto coordinamento per ottenere questi risultati, perché sono profondamente convinta che per dare risposte concrete a lavoratori e imprese la direzione da seguire sia questa”.

Semplificare le norme

Il Ministro, poi, conferma il “cambio di paradigma” con l’introduzione di nuove norme che superano il Reddito di cittadinanza. Non più sussidi qui e là, ma sostegni mirati che permettano di essere reintegrati al lavoro attraverso la formazione, le politiche attive e la semplificazione per imprese e lavoratori. “Al salario minimo legale – dice il ministro – preferiamo l’equa retribuzione attraverso il rafforzamento della contrattazione.” E poi la necessità di far arrivare buste paga più pesanti senza caricare gli oneri soltanto sulle imprese. Per questo l’intervento sul cuneo fiscale della Legge di Bilancio vuole essere un segnale concreto. Così come la semplificazione per sfoltire gli adempimenti, soprattutto per le assunzioni e i rapporti di lavoro.

Meglio la contrattazione

Il ministro Calderone ha anche sottolineato il perché il Governo ha contrastato l’introduzione del salario minimo legale. “Sarebbe una misura inadeguata ad aumentare le retribuzioni” perché queste sono il risultato di una contrattazione che deve avvenire a tutti i livelli; nazionale, territoriale e aziendale ed è il frutto dell’equilibrio degli interessi degli imprenditori e dei lavoratori. Tra l’altro, secondo Calderone, il benessere di chi lavora “non dipende soltanto dal salario, ma da un insieme di misure a sostegno della qualità del lavoro” che comprende il welfare aziendale, la conciliazione dei tempi vita-lavoro, la condizione generale dello stesso luogo di lavoro. Tra l’altro, spiega Calderone, la pandemia ha cambiato anche molte condizioni di lavoro e “sono apparsi nuovi modelli organizzativi che hanno determinato l’obsolescenza di alcune tipologie contrattuali.” Dunque fissare per legge un salario minimo significherebbe non prendere in considerazioni tutto un contesto che, di fatto, è fondamentale. Molti rinnovi contrattuali, infatti, pur focalizzati sulla parte economica sono stati possibili grazie a una variegata trattativa che ha introdotto nuove normative; si veda il nuovo contratto dei bancari o dei dirigenti medici. “In questo quadro”, ha precisato il ministro, “rientra anche la proposta di far partecipare agli utili i dipendenti che a breve inizierà il suo iter in Parlamento.”

Patto di attivazione digitale

“La Repubblica – dice il ministro – è fondata sul lavoro e non sul sussidio” e dunque lo Stato ha il dovere di creare le condizioni perché i cittadini attraverso il lavoro siano inclusi pienamente nella collettività. Va sostenuto “chi ha realmente bisogno”, ma tutti gli altri vanno “accompagnati” all’inserimento lavorativo attraverso la formazione, l’aggiornamento continuo e l’incremento delle opportunità. A fine 2023, spiega il ministro, “abbiamo già ricevuto oltre 400mila domande. Con la conversione in legge del Dl 48/23 c’è stato anche un ampliamento della platea originaria di circa 120mila nuclei, perché agli ex beneficiari del reddito di cittadinanza si aggiungeranno nuclei che hanno componenti svantaggiati, inseriti in programmi di cura e assistenza dei servizi socio-sanitari territoriali. Con questo ritmo di domande riteniamo possibile centrare il target di iscritti (737.400 famiglie) nella prima decade gennaio.” Chi avrà sottoscritto il Pad (Patto di attivazione digitale) entro il 31 gennaio 2024 si vedrà riconosciuto l’assegno a decorrere da gennaio per 18 mesi. Secondo la Banca d’Italia sarebbero quasi un milione le famiglie che non hanno più ricevuto il Reddito di cittadinanza che, tradotto in euro, corrisponde a un risparmio per le casse dello Stato di 1,7 miliardi l’anno.

Aumenta l’occupazione

Il ministro Calderone, infine, ribadisce che “non è stato abbandonato chi ha bisogno”, ma sono state “divise le platee.” Da una parte chi può lavorare e quindi è occupabile e dall’altra chi non è in condizioni di lavorare. Da settembre 2023 sono state 150mila le offerte di lavoro, un’offerta può prevedere anche più posti di lavoro, i corsi di formazione prevedono in totale oltre 700mila posti. Inoltre sono stati offerti 100mila posti per progetti di utilità collettiva. Finora sono state presentate circa 130mila domande, approssimativamente la metà da parte di ex percettori di Reddito di Cittadinanza. In Italia nell’ultimo anno, e primo del Governo Meloni, il tasso di occupazione è salito al 61,8% toccando così un nuovo record. I soli lavoratori dipendenti permanenti hanno superano i 15 milioni e 700 mila unità. Il numero degli occupati si attesta a 23milioni 694mila e registra, rispetto a ottobre 2022, un incremento di 455mila dipendenti permanenti e di 66mila autonomi.

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