Un protocollo per l’assistenza e la formazione dei lavoratori immigrati è stato siglato nei giorni scorsi tra Fai Cisl, Anolf, Ambasciata della Nigeria e Associazione Nazionale Comunità Nigeriani in Italia.
L’accordo si basa su cinque assi strategici che impegnano le parti a offrire un recapito informativo alla comunità nigeriana sulle problematiche dell’immigrazione, del lavoro e della previdenza, a promuovere l’orientamento lavorativo, a costruire una rete di assistenza per la legalità e la sicurezza sul lavoro, a elaborare progetti per la formazione dei lavoratori immigrati impegnati nel settore agroalimentare, ad aprire eventualmente sportelli informativi itineranti.
“Con questo accordo – ha detto Onofrio Rota, segretario generale della Fai Cisl – realizziamo buone pratiche di inclusione sociale e rafforziamo il presidio sindacale del territorio, leva strategica per promuovere il lavoro legale e ben contrattualizzato”.
La comunità nigeriana è la quindicesima per numero di presenze, conta circa 111 mila cittadini, pari al 2,5% del totale di cittadini non comunitari in Italia. Secondo l’Ambasciata si stimano circa 15 mila irregolari.
“La quota di partecipazione al mercato del lavoro è scarsa e presenta un tasso di occupazione complessivo del 41%, per questo vanno implementate tutte quelle azioni in grado di accompagnare i migranti, attraverso l’assistenza e la formazione, verso percorsi di inserimento lavorativo, integrazione sociale e autonomia personale”, ha detto Mohamed Saady, segretario nazionale della Fai Cisl e Presidente Anolf.
Rota ha inoltre ricordato, riferendosi all’Ambasciatore della Nigeria in Italia, Yusuf Jonga Hinna, la piaga del caporalato, ed ha annunciato che la Fai si recherà domani nel ghetto di Borgo Mezzanone, nel foggiano, dove una giovane donna di origini nigeriane è morta tre settimane fa in seguito a un incendio: “Saremo sul luogo della tragedia per rendere omaggio alla donna, ai suoi cari e a tutta la comunità – ha detto il sindacalista – e per ribadire che occorre avviare subito il piano triennale contro il caporalato in agricoltura, approvato la scorsa settimana, che prevede, tra le altre cose, la realizzazione di concreti piani alloggiativi che tolgano lavoratrici e lavoratori dai ghetti e dalle baraccopoli”.