sabato, 18 Maggio, 2024
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Insostenibilità istituzionale

Quando ho iniziato a trattare questo tema pensavo fosse una questione per costituzionalisti: super esperti di diritto delle Costituzioni e amministrativisti che potessero tracciare manifeste linee di comportamenti consoni ai ruoli istituzionali.

Tanto che immaginavo di poter apostrofare con certezza come “insostenibili” posture e programmi elettorali improbabili eppure assolutamente presenti e quotidiani nella cronaca politica di molti paesi occidentali. Eh si, l’Occidente. In Occidente coltiviamo la cultura del dubbio che è fondamento di democrazia.

Chiariamo subito che la dittatura, l’oligarchia, i regimi illiberali sono insostenibili tout court e noi preferiamo la nostra democrazia liberale che seppur con tutti i limiti manifesti, ha ancora molto da fare e qualcosa da dire seppur di sbagliato. E quindi se non possiamo nutrire certezze salomoniche almeno cerchiamo la ragionevolezza e il buon senso, in una parola la sostenibilità.

In questi giorni di fine estate appare l’effetto del cambiamento climatico sotto gli occhi di tutti. Il mero annuncio delle precipitazioni in arrivo, con le temperature giù in picchiata, di fatto ci mette in ansia in attesa che passi il medicane di turno. Una sorta di spettacolarizzazione all’americana di fulmini e saette con grandine delle dimensioni di una noce che viene presentato h24 in un crescendo di ansie e paure.

Eppure nonostante le previsioni oggi qui non piove. Eppure nonostante i messaggi di catastrofi in arrivo, piove. “Ascolta. Piove dalle nuvole sparse. Piove su le tamerici salmastre ed arse, piove su i pini scagliosi ed irti…

Just singing in the rain. Scende la pioggia, ma che fa? Piove, piove sul nostro amor…” Dov’è finita la tradizionale leggerezza della pioggia? Il bombardamento mediatico con la complicità dei social depravati sta trasformando un rigoroso servizio meteo offerto dall’Aeronautica Militare in una Cassandra che se ascoltata senza pensiero critico e senza memoria provoca nelle Amministrazioni Comunali il “modello De Magistris”, dal nome dell’epico sindaco di Napoli, già magistrato: una assoluta deresponsabilizzazione amministrativa per cui a ogni minima allerta meteo (gialla, per intenderci) si chiude tutto. Il sindaco intanto chiude Scuole e uffici pubblici.

E poi si vedrà. E che si vedrà? I ragazzi fanno festa a scuola e vanno a giocare a pallone in una giornata al più nuvolosa e variabile. Amministrare invece vuol dire almeno avere memoria ed essere coerenti: quindi anche se le scuole andrebbero chiuse (almeno con un’allerta arancione!), i tombini e le fognature andrebbero puliti a prescindere, lo spazzamento delle strade e la potatura degli alberi assicurata periodicamente.

I comportamenti amministrativi dovrebbero contemplarsi in una visione della città, in una logica amministrativa e di buon governo, non certo umorale ed episodica che potremmo definire insostenibile.

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