domenica, 17 Novembre, 2024
Economia

Previdenza; Approvato il bilancio 2022 della Cnpr con un utile di 186,8 mln

L'ok dall'assemblea dei delegati della Cassa dei ragionieri e degli esperti contabili, presieduta da Luigi Pagliuca

L’assemblea dei delegati della Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili, presieduta da Luigi Pagliuca, ha approvato a larghissima maggioranza il bilancio d’esercizio dell’anno 2022, che chiude con un utile al lordo di accantonamenti e rettifiche di valore pari a 186,8 milioni di euro (utile netto pari a 39,3 milioni). Il risultato a consuntivo, rispetto al preventivo assestato di novembre 2022, è influenzato positivamente dai risultati conseguiti dalle adesioni degli iscritti al provvedimento di incentivazione alla regolarità contributiva, che ha consentito all’ente di accertare contribuzione eccedente relativa ad anni pregressi per 25,6 milioni; inoltre la crescita dei redditi e dei volumi d’affari degli iscritti per l’anno 2021 ha permesso di accertare a consuntivo una maggiore contribuzione soggettiva di 8 milioni e una maggiore contribuzione integrativa di 6,9 milioni; altro contributo positivo deriva dalla rivalutazione di alcune immobilizzazioni finanziarie e di alcuni valori mobiliari iscritti nell’attivo circolante per circa 5,2 milioni, mentre l’andamento fortemente negativo dei mercati finanziari nell’ultimo mese di dicembre 2022, ha comportato una maggiore svalutazione dei titoli iscritti nell’attivo circolante di 32,5 milioni rispetto al budget assestato che stimava la rettifica di valore delle gestioni patrimoniali per le minusvalenze in formazione in 60 milioni di euro, mitigato dalla riduzione della svalutazione delle immobilizzazioni finanziarie per 1,5 milioni di euro.

Altro elemento che ha inciso negativamente sul risultato è stato l’incremento della svalutazione dei crediti verso iscritti che ha conseguito un incremento di 17,4 milioni rispetto al budget, dovuto al maggior accertamento delle sanzioni e degli interessi per mancato pagamento accertate a consuntivo. La svalutazione appostata include il residuo da riscuotere dei crediti contributivi del 2010 e ammonta complessivamente a 50,2 milioni. Il fondo svalutazione crediti verso iscritti alla fine dell’esercizio ammonta a 225,1 milioni. Il valore dei crediti verso iscritti per contributi al netto del fondo ammonta a 428,4 milioni di euro. Il fondo svalutazione per effetto del provvedimento straordinario di incentivazione alla regolarità contributiva ha subito una riduzione di 40,5 milioni di euro dovuti alla riduzione delle sanzioni e degli interessi applicati agli iscritti aderenti.

L’andamento dei mercati mobiliari nell’ultimo semestre del 2022 ha rilevato un’elevata volatilità facendo registrare un sensibile decremento del valore di mercato degli investimenti mobiliari gestiti mediante i mandati di Gestione Patrimoniale Mobiliare che ha registrato un rendimento finanziario di -12,6% a fronte del +10,28% dell’anno 2021. L’eccezionale anno negativo è frutto della forte correlazione tra la componente obbligazionaria e quella azionaria, facendo registrare a tutte le asset class un rendimento negativo nel corso del 2022.

Le poste che portano alla rilevazione del risultato lordo di 186,8 milioni, sono ascrivibili alle rettifiche di valore dei crediti verso iscritti e conduttori di immobili che assommano a 50,3 milioni di euro circa (in decremento rispetto al 2021 di circa 3,8 milioni, per effetto dell’accertamento delle minori sanzioni determinate in base al nuovo regolamento), alla svalutazione delle immobilizzazioni finanziarie e dei titoli dell’attivo circolante per 97,1 milioni a fronte della perdita di valore ritenute durevoli e dall’accantonamento del fondo oscillazione titoli del circolante per le minusvalenze implicite, mitigati dalla ripresa di valore delle partecipazioni iscritte nell’attivo immobilizzato e circolante per euro 5.3 milioni.

Gli iscritti al fondo tra attivi e pensionati attivi sono pari 27.289 (27.839 a fine 2021), a fronte della stima di 28.545 con i quali si sono stimate le entrate contributive del 2022 nel bilancio di previsione. Il minor numero di iscritti consuntivati, non ha però comportato un minor accertamento a consuntivo della contribuzione che rileva a fine 2022 per 365,4 milioni a fronte dei 327,9 milioni dell’esercizio 2021, incremento derivato in gran parte dal maggior reddito e volume d’affari degli iscritti e dall’accertamento della maggiore contribuzione eccedente relativa ad anni pregressi a seguito dell’acquisizione delle comunicazioni reddituali presentate dagli iscritti aderenti al provvedimento straordinario di incentivazione alla regolarità contributiva e ai maggiori interessi di dilazione per il pagamento della contribuzione a fronte dell’incremento del tasso legale.

Le pensioni erogate tra dirette e indirette rilevano 10.928 prestazioni (10.535 nel 2021, si incrementano di 393 prestazioni tra dirette, e indirette pari al 3,73% in più) a fronte di una stima previsionale di 10.391. L’incremento è fortemente influenzato dalle 257 pensioni di vecchiaia dirette erogate nel 2022, nonché dalle 187 pensioni in cumulo (157 pensioni di vecchiaia e 30 pensioni anticipate). Nonostante il lieve decremento delle prestazioni (-2,11% in meno rispetto alla previsione assestata), la spesa previdenziale si è attestata a 247,5 milioni a fronte di una previsione assestata di 247,3 milioni, mentre la spesa assistenziale si è attestata a 6,7 milioni a fronte di una previsione assestata di 7,6 milioni. L’accertamento delle entrate per contributi è pari a 365,4 milioni (incluse le sanzioni e gli interessi per ritardato pagamento) a fronte di una previsione assestata di 311,8 milioni.

Il patrimonio investito è pari a 2.314,3 milioni di euro a fronte di una valutazione a mercato di 2.281,1 milioni di euro. Il rendimento finanziario delle gestioni patrimoniali mobiliari si è attestato al -12,6%, registrando un risultato negativo inferiore rispetto all’asset allocation strategica che ha chiuso il 2022 al 13,15%. Dal conferimento dei mandati ai gestori selezionati mediante gara europea il rendimento dal 25/06/2015 al 31/12/2022 è pari a +21,01% contro il rendimento del benchmark dell’AAS che registra da inizio mandato un +25,75% (i dati sono riferiti ai mandati delle quattro case di gestione che hanno visto confermato il mandato nell’ambito della gara europea aggiudicata lo scorso 21 aprile 2022). Il nuovo gestore aggiudicatario ha conseguito un rendimento da inizio mandato al 31/12/2022 (sei mesi) negativo dello 0,36% a fronte di un rendimento dell’AAS nel medesimo periodo di -0,87%.

Nel 2022 l’andamento dei mercati finanziari è stato contraddistinto dal proseguimento della fase rialzista nei primi mesi dell’anno fino all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, ancorché avversato dal rialzo dei tassi statunitensi per il contrasto alla elevata inflazione, contrariamente alle previsioni macroeconomiche delle banche centrali, non era facilmente governabile attraverso il riassorbimento dell’eccesso di domanda di materie prime per la produzione. Infatti, il deflagrare del conflitto in Europa ha aggiunto all’inflazione core l’innalzamento delle fonti energetiche, con particolare riguardo al gas e al petrolio, che hanno visto un innalzamento delle quotazioni a seguito dell’imposizione delle sanzioni economiche alla Russia da parte dei paesi aderenti all’UE e da parte degli Stati Uniti. L’alimentazione del fenomeno inflazionistico ha avuto una ricaduta pesante sui mercati obbligazionari, che non hanno potuto beneficiare delle politiche monetarie meno espansive delle banche centrali, le quali non sono riuscite nel corso dei primi tre trimestri dell’anno a contrastarne la crescita. I timori per la contrazione della disponibilità delle fonti energetiche fossili e il loro innalzamento dei prezzi si è riverberato sui mercati azionari con conseguente incremento della volatilità e dell’avversione al rischio, generando in tal modo un’avversione al rischio degli investitori. Le azioni di politica monetaria e le dichiarazioni della Lagarde ad inizio dicembre, aventi a riguardo l’avvio della contrazione degli acquisti di titoli governativi in scadenza a partire dal successivo febbraio 2023 hanno provocato una sensibile contrazione nel mese degli indici azionari e obbligazioni, annullando il parziale recupero del valore del mercato azionario avvenuto nei mesi di ottobre e novembre 2022. Gli eventi geo-politici e le politiche monetarie restrittive hanno quindi fortemente impattato sul patrimonio investito dell’ente. Il maggior clima di fiducia dovuto ai primi segnali di contrazione dell’inflazione, nonché al superamento della crisi energetica attraverso la diversificazione geografica degli approvvigionamenti del gas in Europa, ha conseguito una ripresa del valore degli investimenti con ritorno al rendimento positivo dal 1° gennaio 2023 al 14 aprile pari al 3,69% del portafoglio investito mediante le gestioni patrimoniali a fronte di un rendimento dell’AAS del 4,14%.

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