sabato, 20 Aprile, 2024
Attualità

L’allarme del Censis

Sarebbe stato utile e distruttivo per i protagonisti dell’attuale stagione politica riflettere sulla fisionomia della società italiana fotografata nel tradizionale rapporto del Censis.

Ne viene fuori l’immagine di una comunità caratterizzata da una stanchezza diffusa per i riti e per il linguaggio dei partiti attuali, percorsa, com’è dall’interrogativo angoscioso presente e sul futuro del Paese: un interrogativo che riguarda il futuro di generazioni che sembrano prive di un avvenire concreto sul piano della loro realizzazione nel lavoro e delle garanzie previdenziali e assistenziali che sono state assicurate ai loro padri e nonni dallo stato sociale realizzato nei primi 50 anni della Repubblica.

Da questa condizione di precarietà e di incertezza sugli orizzonti che è propria della gran parte delle famiglie italiane e di questa caduta di ogni ottimismo sul futuro, dopo decenni di svilimento della politica, nasce naturale il desiderio del 48% di un uomo forte, un nuovo demiurgo capace, con la sua volontà e la sua forza, di invertire l’attuale corso delle cose.

Un desiderio questo, primordiale, ma spiegabile, apparentemente contradditorio con la richiesta di una salda collocazione dell’Italia nell’Europa comunitaria.

Segno, questa apparente contraddizione, di uno stato d’animo fatto di delusione e di rigetto per l’attuale forma della politica e dal desiderio di una democrazia più funzionante meno declamatoria e tonituante ma più seria, fattiva e feconda come è in altri paesi europei.

C’è un evidente contrasto fra i timori e le angosce di tanti nostri concittadini e la confusione, di grida, di furbizie e tatticismi di tanti protagonisti dell’attuale palcoscenico politico.

Un vuoto che deve essere riempito anche con una nuova assunzione di risanabilità dei cattolici nella consapevolezza che non bastano le opere nel sociale senza un quadro politico che garantisca quei valori di solidarietà e di fiducia reciproca.

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