martedì, 17 Dicembre, 2024
Lavoro

Piattaforme digitali, rischi e diritti per chi lavora

Urgente regolamentare il settore per evitare lo sfruttamento e aumentare la sicurezza

I lavoratori delle piattaforme digitali sono in aumento ed i rischi associati alla salute e alla sicurezza che ne derivano, ad esempio a livello di sorveglianza digitale, richieste pressanti in termini di produzione e precarietà del posto di lavoro, sono alla base di non pochi infortuni sul lavoro e malattie professionali molto spesso nemmeno conosciuti.

Lo status di «autonomo» della maggior parte dei lavoratori delle piattaforme comporta spesso un’assenza di tutela ai sensi della normativa dell’UE o degli Stati membri in materia di salute e sicurezza sul lavoro, con conseguenze in termini di prevenzione e gestione dei rischi in tale ambito.

Ecco perché si auspica un iter velocizzato del disegno di legge presentato la settimana scorsa da Gianclaudio Bressa, Presidente della Commissione Parlamentare di Inchiesta sulle Condizioni di lavoro in Italia, sullo sfruttamento e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro pubblici e privati e da altri 19 senatori, avente ad oggetto “Disposizioni volte a tutelare il lavoro nei casi di utilizzo di piattaforme digitali e a contrastare i fenomeni di sfruttamento lavorativo.

Sono circa 600000, infatti, i lavoratori nel nostro Paese impegnati in questo settore in costante espansione, di cui ha parlato anche la Commissione Europea con una Direttiva del 9 dicembre 2021 relativa al miglioramento delle condizioni di lavoro nel lavoro mediante piattaforme digitali.

Proprio per questo nel DDL viene precisato, tra l’altro, “il committente che utilizza la piattaforma anche digitale, è tenuto nei confronti dei lavoratori di cui a1 comma 1, a propria cura e spese, oltre al rispetto del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, anche a: a) monitorare e valutare periodicamente l’impatto sulle condizioni di lavoro delle decisioni individuali prese o sostenute dai sistemi decisionali e di monitoraggio automatizzati; b) valutare i rischi indotti dai sistemi decisionali e di monitoraggio automatizzati per la sicurezza e la salute dei lavoratori delle piattaforme digitali, in particolare per quanto riguarda i possibili rischi di infortuni sul lavoro e i possibili rischi psicosociali ed ergonomici”.

Il lavoratore “tipo” della piattaforma digitale è solitamente giovane, compreso tra i 18 e i 29 anni, oppure, nel 59% dei casi, l’attività è una seconda professione che viene affiancata alla principale, per integrare le entrate del bilancio familiare.

La classificazione dei rischi, come è facile intuire, varia a seconda del tipo di lavoro su piattaforma: si va dal sollevamento di carichi di vario genere, anche pesanti, al lavoro in posizioni disagevoli, fino alla gestione delle aggressioni verbali, al bullismo e alle molestie sui Social; infine, alcuni altri rischi derivano dai lunghi turni di lavoro senza una regolamentazione degli orari.

L’UE ha specificato una serie di rischi comuni associati alla salute e alla sicurezza dei lavoratori delle piattaforme digitali:

  •  Rischi fisici dovuti alla movimentazione e al trasporto di pacchi di peso variabile, a posizioni disagevoli, altri dovuti all’affaticamento e stress correlato all’uso dei dispositivi digitali;
  •  Rischi per la sfera del benessere psicologico dovuti ad esempio a richieste pressanti in termini di produzione e alla precarietà del posto di lavoro.

L’obiettivo generale della direttiva europea, che ha spinto i parlamentari ad elaborare il DDL, è migliorare le condizioni di lavoro e i diritti sociali delle persone che lavorano mediante piattaforme digitali, anche al fine di sostenere le condizioni per una crescita sostenibile delle piattaforme di lavoro digitali nell’Unione europea, attraverso la garanzia che le persone che lavorano mediante piattaforme digitali abbiano, possano ottenere, la corretta situazione occupazionale alla luce del loro effettivo rapporto con la piattaforma di lavoro digitale e abbiano accesso ai diritti applicabili in materia di lavoro e protezione sociale.

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