Dopo la brusca frenata del 2020, l’imprenditoria femminile torna a correre: nel 2021 si registrano 7.294 imprese attive in più (+0,6%), una crescita che riporta il totale di imprese rosa ai livelli pre-pandemia. Ma la crescita non è omogenea: commercio al dettaglio e ristorazione, tra i comparti più colpiti dalla pandemia, continuano a soffrire e perdono quasi 2mila attività in 12 mesi. È quanto emerge dalle elaborazioni condotte dall’Ufficio economico Confesercenti su dati camerali di natimortalità delle imprese in occasione della Giornata Internazionale della Donna.
L’analisi territoriale mostra una crescita diffusa di imprese rosa, in aumento in 17 regioni su 20. L’incremento è stato più rapido in Trentino, Lombardia (rispettivamente +1,7% e +1,6%), Sicilia e Puglia (+1,2%), mentre tra le regioni che hanno registrato una riduzione delle imprese femminili, la discesa è risultata più rapida nel Lazio (-1,7%).
“Oggi – aggiunge – non possiamo parlare di Festa, ma dobbiamo fare il possibile per alleviare le sofferenze di questo popolo invaso e dobbiamo sperare ma anche lavorare perché questo avvenga, di far contare di più le donne in questo mondo. Siamo certi che se ciò accadesse non ci sarebbero più conflitti devastanti come questo.
La donna è madre, anche se non ha generato figli e quindi misura il suo vicino come prossimo e non come antagonista o peggio ancora come un nemico da combattere. Quella di oggi è una giornata particolare, fatta certo di fiori e di auguri, ma anche di sensibilizzazione a tutela del mondo femminile, troppo spesso vittima di violenza. E quanto sta accadendo in Ucraina, scuote tutto il mondo, specialmente in una giornata che ovunque si celebra l’universo femminile. In Ucraina, dove si combatte in mezzo alle strade e dove assistiamo a un esodo di milioni di civili, sono proprio le donne che mostrano tutta la loro forza.
Quest’anno facciamo in modo che il simbolo dell’8 marzo sia rappresentato proprio dalle donne ucraine, tante madri e figlie in fuga da loro Paese per a causa di una guerra sanguinosa. E’ al loro essere disperate ma allo stesso tempo alla forza d’animo e determinazione che in modo simbolico il mondo vuole dedicare questo giorno”.
Il ritorno alla crescita dell’imprenditoria femminile si accompagna ad una tendenza al consolidamento organizzativo. Ad aumentare sono infatti soprattutto le consistenze delle società di capitale (+4,1% a fine 2021) – con il settore dell’alloggio sopra la media nazionale (+5,5%) – mentre si riduce invece il numero di società di persone (-1,7% rispetto al 2020). La ripresa nasce dunque dalle società di capitali, tipologia di azienda più strutturata e “robusta” sotto il profilo organizzativo e gestionale.
“Nonostante le difficoltà, le imprenditrici hanno dimostrato di sapere mettersi in discussione e creare opportunità per loro stesse e per gli altri, fornendo un contributo fondamentale alla ripresa e all’economia. Un contributo che si traduce non solo in un aumento del Pil, ma anche in una maggiore consapevolezza sui temi della responsabilità sociale e della sostenibilità, molto sensibili per le donne”, commenta la presidente di Impresa Donna Confesercenti Barbara Quaresmini, che aggiunge: “È però necessario fare di più per sostenere le imprese al femminile, che sono ancora solo il 22,6% del totale. Confesercenti sta studiando linee di credito dedicate alle donne, per rafforzare ulteriormente il servizio di accesso al credito dell’associazione, già ben strutturato e a disposizione dalle sedi territoriali. Ma sarà fondamentale anche utilizzare fino in fondo le risorse messe a disposizione dal PNRR per l’imprenditoria femminile, un fronte su cui Confesercenti sta profondendo il massimo impegno, non solo partecipando ai tavoli istituzionali, ma progettando anche iniziative ad hoc”.