È “ottobre rosso” per il mercato dell’auto in Europa, con cali di vendite intorno a un terzo dei volumi, sia nella media dei 30 paesi monitorati (UE+UK+EFTA) sia per alcuni dei mercati più grandi, fra i quali spicca l’Italia con il calo più alto. In totale a ottobre in Europa sono state immatricolate 798.693 vetture, il volume più basso per lo stesso mese da quando esiste la rilevazione, con una perdita del 29,3% sul 2020. Nel periodo gennaio-ottobre il numero complessivo è di 9.960.706 immatricolazioni, in lieve incremento del 2,7% sullo stesso periodo 2020 ma -25,3% sul 2019.
Rispetto ai volumi del periodo pre-Covid, nei primi 10 mesi del 2021 si sono perse 3.372.000 vetture, che si aggiungono alle 3.845.000 già perse nel 2020. Secondo gli analisti di Automotive News la proiezione più ottimistica indica per fine anno 13,1 milioni di unità, con 2,7 milioni di vetture in meno rispetto ai 15,8 milioni del 2019. Alla crisi del mercato contribuisce in maniera rilevante la perdurante carenza dei microchip. In questo mese a subire la perdita più alta fra gli altri maggiori paesi è la Germania (-34,9% su ottobre 2020), che per la prima volta nelle statistiche del mese scende sotto quota 200.000 unità vendute. Anche il Regno Unito registra l’ottobre con i volumi più bassi degli ultimi 30 anni, mentre la Francia perde il 30,7% e la Spagna cede il 20,5% sul 2020.
Su tutti però spicca l’Italia, con la perdita più alta (-35,7%) dovuta, oltre che alla crisi dei componenti elettronici, alla fine degli incentivi. “Per l’Italia – afferma Andrea Cardinali, Direttore Generale dell’UNRAE – c’è da esprimere un forte sconcerto per l’assenza nella bozza della Legge di Bilancio di qualsiasi misura a favore dell’automotive. È doveroso continuare a ribadire con forza l’impellenza di una strategia a sostegno della domanda, con misure come l’Ecobonus di durata almeno triennale. È ineludibile anche una rigorosa pianificazione per garantire uno sviluppo rapido e capillare delle infrastrutture di ricarica, soprattutto quelle ad alta potenza. Senza misure strutturali di medio-lungo periodo, gli obiettivi di decarbonizzazione e svecchiamento del parco circolante non saranno realisticamente raggiungibili”.
L’UNRAE, inoltre, sottolinea come necessaria una complessiva riforma fiscale sul settore, in particolare per le auto aziendali, a sostegno delle imprese italiane di ogni comparto merceologico, oggi severamente penalizzate rispetto agli altri Paesi europei. In Italia a ottobre continua la crescita delle auto “alla spina”, ma nonostante l’incremento dell’87% (il più alto del gruppo dei majors markets), la penetrazione di queste alimentazioni si conferma ancora bassa, superiore di pochi decimali – grazie ai BEV – solo a quella della Spagna. In ottobre la quota di BEV e PHEV nel nostro paese è rispettivamente del 7% e 5%, verso il 14% e 10,3% medio degli altri quattro maggiori mercati: BEV e PHEV insieme valgono il 30,3% del mercato in Germania, e circa il 23% nel Regno Unito e in Francia. L’Italia si conferma invece in prima posizione come penetrazione delle auto ibride HEV, grazie agli incentivi per la fascia 61- 135 g/Km, ormai esauriti, e alla indipendenza dalle infrastrutture di ricarica.