martedì, 17 Giugno, 2025
Esteri

Israele colpisce l’Iran: uccisi vertici militari e nucleari. Teheran minaccia vendetta

Una notte di fuoco ha scosso il Medio Oriente. In un’operazione militare senza precedenti denominata ‘Rising Lion’, Israele ha lanciato un attacco aereo massiccio contro l’Iran, colpendo oltre 100 obiettivi strategici con circa 200 aerei e oltre 330 munizioni. Tra i bersagli: impianti nucleari, centri di comando dei Guardiani della Rivoluzione e postazioni militari nelle città chiave di Teheran, Natanz, Tabriz, Esfahan, Arak e Kermanshah. L’azione militare è stata presentata da Tel Aviv come una risposta diretta all’attacco iraniano di poche ore prima, quando Teheran aveva lanciato più di 100 droni contro il territorio israeliano. L’escalation segna un punto di svolta nel confronto tra i due storici nemici regionali, ora sul filo del baratro.
Le ripercussioni dell’attacco sono pesantissime. Hossein Salami, comandante dei Guardiani della Rivoluzione (pasdaran), è stato ucciso insieme a diversi membri della sua scorta. Tra le vittime figura anche Fereydoun Abbasi, scienziato nucleare di spicco e figura chiave nello sviluppo del programma atomico iraniano. Secondo fonti iraniane, altri sei scienziati nucleari hanno perso la vita nei raid.

Un momento decisivo nella nostra storia”

L’esercito israeliano, per voce del Portavoce Effie Defrin, ha definito l’operazione “un’azione difensiva necessaria”. In una nota ufficiale, l’IDF ha dichiarato: “Il regime iraniano lavora da decenni per dotarsi di un’arma nucleare. Il mondo ha tentato la via diplomatica, ma Teheran ha scelto la minaccia”. Il Premier israeliano Benjamin Netanyahu, in un videomessaggio alla nazione, ha definito l’attacco “un momento decisivo nella storia di Israele”, affermando che l’operazione “continuerà finché sarà necessario per eliminare la minaccia esistenziale”.
Intanto, in Israele è stato dichiarato lo stato d’emergenza speciale: scuole chiuse, spazio aereo bloccato, popolazione invitata a rimanere nei rifugi. Decine di migliaia di riservisti sono stati mobilitati su ordine del capo di Stato maggiore Eyal Zamir, che ha parlato di “punto di non ritorno”.

“Atto di guerra”

La risposta di Teheran non si è fatta attendere. La Guida Suprema Ali Khamenei, in un durissimo messaggio, ha promesso una “punizione severa”, accusando Israele di aver “firmato il proprio destino amaro e doloroso”. Il portavoce delle forze armate iraniane ha minacciato una risposta militare su larga scala, dichiarando che “Israele pagherà un prezzo pesante”. A seguito dell’attacco, l’Iran ha annullato i colloqui con gli Stati Uniti previsti in Oman, congelando ogni possibilità di de-escalation diplomatica nel breve termine. L’operazione ha dunque conseguenze geopolitiche potenzialmente dirompenti.

Le reazioni internazionali

Il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha dichiarato: “L’Iran non può avere la bomba. Israele si difende, ma ora serve tornare al tavolo”. Meno entusiasta il commento del governo italiano: il Vicepremier Antonio Tajani, parlando a Mattino Cinque News, ha chiesto “una risposta proporzionata” e lanciato un appello per un cessate il fuoco immediato.

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