L’occupazione cresce in 10 anni 2,4 milioni di posti in più. Le Associazioni di categoria: per essere competitivi: contratti stabili e via libera all’energia nucleare, sarà una svolta a beneficio di imprese e cittadini
L’occupazione cresce, i dati lo dimostrano e l’Inps li certifica. In aumento i contratti stabili che rafforzano imprese e dipendenti. Allora cosa c’è che non va? Siamo di fronte a un paradosso, che le Associazioni di categoria, – dalla Confederazione nazionale degli artigiani a Confindustria -, segnalano da tempo, quello della carenza di maestranze, in particolare quelle specializzate o per le nuove professioni. La sintesi di questo capovolgimento arriva dalla Cna: “Il problema degli artigiani e delle piccole imprese è trovare lavoratori, non licenziarli”..
Il calo dei disoccupati
L’andamento del mercato del lavoro negli ultimi 10 anni, scandagliato dall’Area studi e ricerche della Confederazione (che esamina i dati Istituto nazionale di previdenza sociale), racconta che tra il 2014 e l’inizio dell’anno in corso infatti si contano quasi 2,4 milioni di occupati in più, dimezzati i licenziamenti economici, mentre è consistente crescita delle dimissioni volontarie. Inoltre nello stesso arco di tempo, il numero di disoccupati si è ridotto di 1,6 milioni tornando sui livelli del 2007. “Il miglioramento del mercato del lavoro si riflette anche sul numero delle persone inattive che è sceso di 1,9 milioni”, osserva la Cna.
Il lavoratore decide per il meglio
L’analisi spiega come l’aumento dell’occupazione è stato favorito dalla maggiore mobilità dei lavoratori, “alimentata dalla possibilità di migliorare le proprie condizioni lavorative”. Alle opportunità di accedere a condizioni migliori di impiego fa riscontro un salto notevole della mobilità, al punto che viene segnalato, come le dimissioni volontarie sono aumentate del 70% da 1,22 milioni a 2,1 milioni l’anno. In più è va evidenziato come l’andamento delle assunzioni nell’ultimo anno abbia subito una svolta positiva. I contratti a tempo indeterminato, scrive la Cna, hanno sfiorato i 2 milioni, pari al 31,3% del totale delle assunzioni, in deciso aumento rispetto al 22,4% del 2014.
Personale da assumere cercasi
Semmai oggi il problema rimane per le imprese che sono sempre più orientate al lavoro stabile, – accollandosi anche il rischio degli alti e bassi dell’andamento della congiuntura economica – di non avere personale sufficiente per le proprie attività produttive e di sviluppo.
Siamo quindi giunti ad una situazione paradossale come emerge dalla recente indagine realizzata dalla Confederazione e resa nota dalla stessa Cna, che sottolinea come il 50,8% delle imprese intende procedere all’assunzione personale (di queste il 30% almeno due dipendenti) ma una su tre non riesce a trovare i candidati idonei.
Salari più alti e produttività
Questo non significa ovviamente che non si possa esprimere in un Referendum per trovare le condizioni migliori per i lavoratori. Da tempo rimarchiamo che bisogna aumentare i salari, che ai giovani in particolare vanno estese garanzie e livelli retributivi con stipendi più remunerativi. Nel contempo le Associazioni insistono nell’evidenziare che bisogna in Italia incentivare la produttività, per non perdere quel ruolo di leader in molti settori del manifatturiero.
Ragionare per trovare soluzioni in un mondo che accelera
Essere competitivi è oggi necessario, per esserlo non basta più il lavoro ma diventa determinante per le imprese il costo dell’energia, e una svolta su quella nucleare. Lo sostiene in una intervista a la Stampa, parlando in modo chiaro di lavoro , produttività e sviluppo, il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini che in merito ai contratti osserva lapidario: “rivedere il Job act è una pazzia”. Con realismo il leader degli industriali evidenzia come ci siano l temi urgenti da affrontare che rischiano trovarci impreparati, ad esempio, lo sviluppo della “l’intelligenza artificiale”, che vede l’Europa molto indietro; e ancora, la questione urgente di fermare gli incidenti sul lavoro, e dire stop ai contratti pirata. C’è poi l’invito di Orsini, che facciamo nostro, ai sindacati di “sedersi e ragionare”, per un incontro previsto per il 26 giugno per parlare di “contratti e produttività”.
Con il premier Meloni c’è
desiderio di crescita
Infine il costo della energia, siano tra quelli che dicono bene che ci siano le fonti rinnovabili, bene la lotta contro ciò che inquina, ma dobbiamo dire sì verso una svolta a favore del nucleare. I tempi sono maturi e le nuove tecnologie lo permettono. Il ministro Pichetto Fratin spiega che tra pochi anni, 2031-3032avremo la ci possibilità di realizzare piccoli reattori nucleari di nuova generazione che sono sicuri e ci metteranno nelle condizioni di ridurre i costi dell’energia. Per il presidente degli industriali su questo: “non possono esserci divisioni della politica”. Siamo d’accordo, l’Italia ha bisogno di ragionare, la politica osservi la realtà, e quindi anche i progressi fatti per il lavori, lo sviluppo, la tenuta del sistema sociale. Rifugiarsi in slogan e polemiche riporta solo indietro una Nazione che con il Premier Giorgia Meloni, ha solo il desiderio di crescere e creare più opportunità di benessere per lavoratori e imprese,