Unʼazienda destinata al fallimento, data per spacciata dai più, ma rilanciata con coraggio fino a diventare uno dei giganti mondiali dell’automotive. Così John Elkann, presidente di Stellantis, ha descritto il percorso che ha portato il gruppo ad affermarsi come il quarto costruttore automobilistico globale. Nel corso dell’audizione informale davanti alle commissioni riunite Attività produttive di Camera e Senato, Elkann ha ripercorso le tappe fondamentali di una storia industriale che ha segnato l’Italia e l’intero settore automobilistico. “Nel 2003, quando morì mio nonno Gianni Agnelli, la Fiat Auto fatturava 20 miliardi di euro, vendeva 1,7 milioni di veicoli con i suoi quattro marchi, di cui quasi la metà in Italia, ed era fuori dalla top ten dei costruttori mondiali”, ha ricordato Elkann. La situazione era drammatica, e le prospettive sembravano segnare un destino infausto per il gruppo torinese: “Molti nel 2004 parlavano della Fiat come un’azienda spacciata, fallita o da nazionalizzare”.
In un contesto di profonda crisi, con perdite consistenti e un futuro incerto, la famiglia Agnelli scelse di non abbandonare il gruppo: “Nonostante le difficoltà, ci siamo assunti la responsabilità di difendere l’azienda e chi ci lavorava, investendo nuove risorse e ponendo le basi per il rilancio”.
Quella scommessa si rivelò vincente. Grazie a una serie di interventi strategici, alla guida prima di Sergio Marchionne e poi con la fusione che ha portato alla nascita di Stellantis, il gruppo è riuscito a ribaltare la propria sorte e a consolidarsi nel panorama internazionale.
Da Fiat a Stellantis
Oggi, ha spiegato Elkann, il gruppo è profondamente cambiato: “Stellantis è il quarto costruttore al mondo, è redditizio e fattura 157 miliardi di euro. Con i suoi 14 marchi, vende 5 milioni e mezzo di veicoli, di cui meno della metà in Europa”. Un salto di qualità che ha trasformato un’azienda un tempo in difficoltà in uno dei leader globali dell’automotive. Se vent’anni fa Fiat lottava per la sopravvivenza, oggi Stellantis compete ai massimi livelli con i principali attori dell’industria automobilistica globale. “Di questo straordinario percorso di sviluppo, l’Italia e gli italiani hanno avuto grande merito, e a tutto il Paese va la nostra gratitudine”, ha aggiunto il presidente del gruppo.