Di certo le basse temperature che si stanno registrando in questi ultimi giorni non stanno facendo bene alla salute del Papa che ieri, all’interno di una piazza San Pietro colma di autorità, rappresentanti delle Forze Armate, di Polizia e di Sicurezza, ha celebrato la Santa Messa in occasione del Giubileo dedicato a questi Corpi. Ma durante la lettura dell’omelia, Francesco ha dovuto interrompersi a causa di difficoltà respiratorie, affidando il prosieguo al Maestro delle Celebrazioni Liturgiche, Monsignor Diego Ravelli: “Mi scuso e chiedo al Maestro di continuare”, ha detto il Pontefice, apparso particolarmente affaticato. Per lui si è trattato in pratica del secondo forfait in cinque giorni, sempre a causa della bronchite
Il richiamo a silenziare le armi10
Ma entriamo nella cronaca della mattinata di ieri. Nel suo messaggio, Bergoglio ha lanciato un appello accorato a favore della pace, che oramai da anni è nei suoi pensieri: “Si ascolti il grido di pace che si leva dai popoli del mondo”, le sue parole, invitando a considerare l’uso della forza armata solo come estrema risorsa, limitata alla legittima difesa. Ha chiesto alle Forze Armate a non lasciarsi contaminare da uno “spirito di guerra”, richiamando l’importanza di mettere al centro il rispetto della dignità umana e dei valori di solidarietà.
Il Vangelo
L’omelia del Pontefice si è sviluppata attorno al passo evangelico che descrive l’atteggiamento di Gesù presso il lago di Gennesaret, scandito da tre verbi chiave: vedere, salire e sedere. “Gesù vide la delusione dei pescatori, salì sulla loro barca e si sedette per insegnare”, ha spiegato. Questi gesti, simbolici e concreti, rappresentano una guida per chi opera nel servizio armato, chiamato a cogliere le sfide della società, intervenire con coraggio e saggezza, e offrire un esempio di speranza e giustizia. Il Vescovo di Roma ha quindi espresso profonda gratitudine verso coloro che, indossando una divisa, dedicano la loro vita alla protezione del prossimo, spesso affrontando rischi personali: “Grazie a chi difende le nostre vite, anche mettendo a rischio la propria”.
Un monito contro la violenza e l’odio
Il Papa ha poi ammonito contro la tentazione di coltivare il mito della forza e di cedere alla propaganda dell’odio. Ha esortato i presenti a vigilare costantemente, evitando di dividere il mondo in “amici” e “nemici”, e a promuovere invece la fratellanza universale: “Siate testimoni coraggiosi dell’amore di Dio Padre, che ci vuole fratelli tutti”.
Il ruolo dei Cappellani Militari
Un aspetto centrale dell’omelia è stato il riconoscimento del lavoro dei Cappellani Militari. Papa Francesco li ha definiti “presenza viva di Cristo” tra coloro che operano in contesti difficili, sottolineando il loro compito di accompagnare spiritualmente i militari e le forze dell’ordine. Ha inoltre ricordato che il loro servizio non deve mai essere strumentalizzato per giustificare azioni contrarie alla dignità umana. Questi cappellani, ha spiegato, offrono supporto morale e spirituale, aiutando i militari a mantenere la loro missione ancorata ai valori del Vangelo. La celebrazione del Giubileo è stata l’occasione per riflettere sul ruolo delle Forze Armate nella società contemporanea, viste non solo come strumenti di difesa, ma anche come promotori di pace e giustizia. Il Papa ha concluso il suo intervento con un messaggio di speranza: “Insieme, camminiamo per costruire una nuova era di pace, di giustizia e di fraternità”.