venerdì, 20 Settembre, 2024
Società

Mattarella: “La scuola educa i cittadini e sviluppa il senso della comunità”

Il Presidente a Cagliari per l’apertura dell’anno didattico: “I giovani non siano imprigionati dalla tecnologia”

“Il disagio giovanile è una grande e urgente questione nazionale, che va affrontata con tutto l’impegno e i mezzi a disposizione. Senza indulgenze o lassismi, che sono peraltro diseducativi, ma senza nemmeno nutrire l’illusione che tutto possa essere risolto attraverso un’ottica esclusivamente securitaria”. Parole, queste, del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ieri pomeriggio ha preso parte presso il Convitto Nazionale ‘Vittorio Emanuele II’ di Cagliari alla XXIV edizione di ‘Tutti a Scuola’, la tradizionale cerimonia di inaugurazione del nuovo anno didattico. Le parole del Capo dello Stato non sono state solo un richiamo alla necessità di interventi concreti e urgenti, ma anche un invito a superare la visione limitata che spesso circonda il tema del disagio giovanile, spesso confinato in mere soluzioni di ordine pubblico.

Dunque, Mattarella ha ribadito l’importanza della scuola come strumento decisivo per il progresso e l’inclusione sociale, evidenziando le criticità che ancora impediscono a molti giovani di sfruttare pienamente le opportunità offerte dall’istruzione: “La scuola è decisiva. La scuola è per tutti e di tutti”. Il Presidente ha sottolineato la necessità di affrontare con determinazione le barriere di natura economica, sociale e culturale che spingono molti giovani all’abbandono scolastico, una “piaga ancora aperta”, nonostante l’impegno quotidiano e la dedizione degli insegnanti. Il fenomeno dell’abbandono scolastico, ha ricordato, resta un grave problema, soprattutto nei contesti sociali più fragili, dove la scuola rappresenta spesso “l’unica vera speranza di riscatto” per ragazzi e famiglie che vivono in condizioni di marginalità. Mattarella ha esortato le istituzioni a non piegarsi di fronte alla problematicità di alcuni territori: “Sarebbe una sconfitta inaccettabile se la presenza dello Stato si arrendesse di fronte alle difficoltà”.

Pilastro della società

Mattarella ha sottolineato l’importanza della scuola come pilastro della società e della vita democratica italiana: “Educa a essere cittadini consapevoli dei propri diritti e dei propri doveri, sviluppa il senso di comunità, fa sperimentare la convivenza”. In un’epoca caratterizzata dall’attenzione al “qui e ora”, ha ammonito il Presidente, si rischia di sottovalutare il valore e l’importanza dell’impegno educativo “che rappresenta un pilastro fondamentale della vita della Repubblica”, ha proseguito, puntando l’attenzione sulla necessità di investire nella scuola non solo risorse economiche, ma anche idee, cura e attenzioni. Il Capo dello Statoha poi ribadito che dalla qualità del sistema educativo dipende il futuro della nostra società. La scuola non deve essere vista come un’entità separata, ma come un “organismo che vive nella società e concorre al suo progresso”.

Processo educativo

Nel corso del suo intervento, Mattarella ha posto l’accento sull’importanza di una collaborazione solida e costruttiva tra scuola e famiglie nel processo educativo: “La scuola può molto, ma non può tutto”, ha dichiarato il Capo dello Stato, sottolineando il ruolo insostituibile delle famiglie nel percorso di crescita dei ragazzi. Il Presidente ha espresso preoccupazione per il crescente deterioramento del “patto educativo” tra genitori e insegnanti, evidenziando come sia necessario lavorare per ricostruire tale alleanza: “Purtroppo si registrano segnali che questo patto sia a volte incrinato. Occorre ricostruirlo ovunque. Con pazienza e fiducia”, invitando a un ritorno al dialogo e alla collaborazione tra le parti coinvolte nell’educazione dei giovani.

Docenti interlocutori

Uno dei punti chiave del discorso di Mattarella è stato il monito rivolto ai genitori a non proiettare sui figli le proprie ansie di successo, mettendo in guardia contro la pressione che spesso grava sui ragazzi, alimentata dalle aspettative familiari, e ha invitato a riconoscere nei docenti “interlocutori che aiutano nella formazione”, piuttosto che considerarli come una controparte. Questa dinamica di sfiducia, secondo il Presidente, rischia di trasmettere ai giovani un senso di indifferenza o, peggio, di superiorità rispetto alle regole, un atteggiamento che “distruggerebbe il loro futuro”.

Mattarella ha poi sottolineato come qualche insuccesso e i richiami, parte naturale del percorso educativo, siano fondamentali per la crescita: “Non si dà una mano ai ragazzi se si imposta una dinamica di scontro con la scuola o di sfrenata competizione tra gli stessi studenti”.

Altro tema toccato dal Presidente, l’impatto della tecnologia, e in particolare degli smartphone, sulla vita dei ragazzi: “Non possiamo e non dobbiamo abbandonarli a una chiusura solitaria, in un mondo dominato dalla tecnologia in cui talvolta rischiano di essere imprigionati”. Lo smartphone, ha riconosciuto, è uno strumento utile nella vita quotidiana, ma non deve essere confuso con la vita stessa “che è molto più complessa, ricca, emozionante”.

Il personale scolastico

Mattarella ha quindi acceso i riflettori su un tema di grande attualità: le difficili condizioni di lavoro del personale scolastico in Italia: “Agli insegnanti, ai presidi, ai docenti, al personale di supporto si chiede molto; talvolta troppo”, le sue parole, evidenziando il grande impegno richiesto al mondo della scuola, spesso non riconosciuto adeguatamente: “Anche a fronte di retribuzioni spesso non all’altezza di altri Paesi europei”, ha aggiunto, richiamando l’attenzione su una disparità che persiste da anni e che necessita di un intervento concreto.

Da segnalare che ieri mattina Mattarella ha ricevuto al Quirinale il ministro per gli Affari Europei Raffaele Fitto, designato dal governo per l’incarico di Commissario europeo italiano. Proprio questo il tema affrontato. Oggi la Presidente Ursula von der Leyen presenterà la nuova squadra a Strasburgo e Fitto quasi sicuramente avrà un ruolo da Vicepresidente esecutivo.

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