sabato, 21 Settembre, 2024
Economia

Settembre nero per l’economia italiana: i consumatori non spendono e le imprese non investono

I presupposti per un autunno all’insegna della ripresa economica, stando ai dati comunicati oggi dall’Istat, non sembrano proprio esserci. Già, perché settembre ha fatto registrare sia il calo del clima di fiducia dei consumatori (che misura la loro propensione a spendere) che quella delle imprese (che misura la loro propensione a investire). Tre i principali motivi che hanno portato a dati tutt’altro che confortanti e che dopotutto sono gli stessi oramai da mesi: l’aumento dell’inflazione che erode il potere d’acquisto delle famiglie e rende più costosi i prestiti per le imprese; il conflitto in Ucraina che ha causato un aumento dei costi delle materie prime; la stretta monetaria della Bce sì volta a frenare l’inflazione, ma che sta portando comunque a un rallentamento della crescita finanziaria.

Analizzando i numeri forniti dall’Istituto di statistica, l’indice del clima di fiducia dei consumatori si è ridotto per il terzo mese consecutivo raggiungendo il valore più basso dallo scorso giugno: è passato da 106,5 a 105,4. Per far capire il momento ‘no, il clima economico, il clima corrente e il clima futuro calano, rispettivamente, da 121,5 a 115,2, da 101,4 a 100,2 e da 114,1 a 113,2.

Passando alla fiducia delle imprese, l’indice è passato da 106,7 a 104,9 attestandosi sullo stesso valore di ottobre 2022. Segnali negativi per tutti i comparti studiati, a eccezione di quello legato alle costruzioni. Male la manifattura (da 97,7 a 96,4), i servizi (da 103,5 a 100,5) e il commercio (da 108,7 a 107,3).
L’Istat ha anche comunicato i prezzi alla produzione industriale che ad agosto hanno registrato un aumento dello 0,5, diminuendo del 12,2% su base annua (era -10,2% a luglio).

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