“Dovrebbe esistere il diritto a non partire”. Anche ieri l’Angelus del Papa, davanti a circa 18mila fedeli e proprio in occasione della ‘Giornata mondiale del migrante e del rifugiato’, è stato dedicato in gran parte al tema degli sbarchi, così come accaduto nella sua due giorni marsigliese nel corso dei ‘Rencontres Méditerranéennes’. Un argomento, questo, su cui Francesco sta puntando tanto, con l’obiettivo di smuovere le coscienze di quelle istituzioni italiane ed europee abbastanza restìe all’accoglienza e dunque alla risoluzione di un problema che sta mettendo in ginocchio la piccola isola di Lampedusa. Migrare, per il Santo Padre, dovrebbe essere una scelta libera e non l’unica possibile: “Invece il diritto è diventato un obbligo, mentre dovrebbe esistere un diritto a non migrare, per rimanere nella propria terra e garantire a ogni uomo e donna di vivere una vita degna”. Ma da anni, oramai, le cronache raccontano altro: parlano di disperazione, di sofferenza e di morte dato che miseria, guerre e crisi climatica costringono tante persone a fuggire e proprio per questo per il Pontefice “siamo tutti chiamati a creare comunità pronte e aperte ad accogliere, promuovere, accompagnare e integrare quanti bussano alle nostre porte”. E poi ancora: “Sono sotto gli occhi di tutti le difficoltà nell’accogliere, proteggere, promuovere e integrare persone non attese, però il criterio principale non può essere il mantenimento del proprio benessere, bensì la salvaguardia della dignità umana”.
Nel corso del suo intervento in piazza San Pietro, il Vescovo di Roma ha ricordato la martoriata Ucraina, invitando a pregare “per questo popolo che soffre tanto”
Dio ama e basta
Il Papa durante l’Angelus ha commentato la parabola del ‘padrone della vigna’ (che rappresenta Dio) come una metafora dell’amore del Signore per tutti gli uomini, indipendentemente dal tempo o dal modo in cui essi si impegnano nella sua causa: paga a tutti gli operai la stessa cifra, indipendentemente dal numero di ore che hanno lavorato. “Questo gesto, apparentemente ingiusto, è in realtà un’espressione dell’affetto incondizionato e gratuito di Dio”. Francesco ha quindi messo in guardia i fedeli dall’avere una relazione “mercantile” con Dio, basata sul calcolo dei meriti. Il Signore, invece, ama tutti i suoi figli con lo stesso amore, senza discriminazioni. La parabola può essere applicata anche alle relazioni umane: “Se vogliamo imitare l’amore di Dio, dobbiamo essere generosi e comprensivi con tutti, anche con coloro che non ci meritano. Dobbiamo essere disposti a dare più comprensione e più perdono, senza aspettarci nulla in cambio”.
Grazie alla Cei
Infine il Santo Padre ha parlato della sua partecipazione alla sessione conclusiva dei ‘Rencontres Méditerranéennes’, svoltisi a Marsiglia, “una città crocevia di popoli e culture” come l’ha definita: ha rivolto un particolare omaggio alla Cei e al suo segretario generale, Monsignor Giuseppe Baturi: “Ringrazio in modo speciale i vescovi della Conferenza Episcopale Italiana che fanno di tutto per aiutare i nostri fratelli e sorelle migranti. Abbiamo sentito da poco Monsignor Baturi in televisione nel programma ‘A sua immagine’ che si ispira a questo”.